In questi giorni si festeggia l’anniversario della legge 194 che permette l’interruzione volontaria di gravidanza da ormai 34 anni. Oggi abbiamo voluto, come gruppo di Sel della camera, organizzare una conferenza stampa insieme ad associazioni e movimenti che si battono per l’applicazione effettiva di questa legge e quindi di questo diritto fondamentale delle donne. I dati infatti sono veramente disarmati: l’obiezione di coscienza fra ginecologi, anestesisti e personale non medico sfiora il 90% in molte regioni.
Fra i medici più giovani è quasi una regola, questo dimostra come ci sia una correlazione negativa fra carriera e obiezione. I medici non obiettori sono quasi tutti over 50, mentre gli under 35 sono per lo più obiettori, questo conferma che esiste una penalizzazione nelle assunzioni fatta dalle cliniche e dagli ospedali. Su questo la Cgil ha presentato un esposto alla Corte Europea. Si è arrivato al paradosso di negare alle donne la libertà di decidere e discriminare i medici che svolgono il loro compito secondo la legge. Spesso le strutture ospedaliere non sono accoglienti con le donne che scelgono di interrompere una gravidanza.
La campagna #save194 a cui ho aderito, vuole tenere alta l’attenzione sul tema in vista dell’esame che la Corte Costituzionale farà della legge il 20 giugno, e quindi in vista dell’ennesimo possibile attacco alla libertà all’autodeterminazione delle donne.