Premessa
1) Nella settimana di nuovo i lavori d’aula sono stati affiancati da quelli di commissione molto impegnativi sia per il varo in Commissione bilancio degli emendamenti alla legge di stabilità – che si cominceranno a votare nella prossima settimana – che per l’apertura della fase emendativa anche del Jobs act in commissione lavoro . Più in dettaglio:
Quest’anno, più che nel passato, è stato molto severo il giudizio di ammissibilità sugli emendamenti alla legge di stabilità. Sotto la scure sono finiti anche molti emendamenti LeD che riguardavano il rifinanziamento degli LSU in Campania e Calabria, la correzione della legge Fornero per i ferrovieri, emendamenti sulla precarietà nel pubblico impiego, sulle dimissioni in bianco, di modifica della tassazione sul TFR e per ridurre l’aumento di tassazione sui Fondi pensione. Ne sono rimasti in vigore altri emendamenti – per i quali ci batteremo in commissione – che riguardano la pensione degli insegnanti (quota 96), l’aumento della risorse per gli ammortizzatori sociali, il taglio sui patronati ecc.. Sul jobs act i nostri emendamenti riguardano la precarietà e quindi l’eliminazione delle 46 forme di rapporti di lavoro precari, il ripristino della legge contro le dimissioni in bianco, il controllo a distanza, il demansionamento. Non abbiamo presentato emendamenti sull’art. 18 perché a nostro avviso, non essendo l’argomento nominato nella delega, aveva più senso ignorarlo. Sarebbe stato poco fattibile un decreto attuativo di una legge delega su un argomento non nominato. Si comincerà a discutere di come cambiare il Jobs act domenica pomeriggio e per tutta la settimana ma certo l’accordo nel Pd sulle modifiche migliora la delega, evita il voto di fiducia sul testo votato dal Senato – che avrebbe esautorato una parte del Parlamento (la Camera) dall’esercizio della sua funzione – apre la strada a decreti attuativi che potranno ridurre la precarietà.
2) La discussione sulla legge elettorale ha di nuovo tenuto banco. Il nostro giudizio sulle modifiche è positivo. Positivo l’abbassamento della soglia di sbarramento al 3/4 %, positivo che almeno il 40% dei capolista sia assicurato a candidature femminili (per il Pd il 50 %) positivo che la soglia per il premio di maggioranza sia stata alzata al 40 %. Avremmo preferito la nettezza di collegi uninominali al mix capolista/preferenze e avremmo preferito un accordo sulle nuove regole che coinvolgesse tutte le forze politiche. Ma il M5stelle continua a sottrarsi mentre Fi è fortemente indebolita e quindi oscillante.
3) Ma c’è un tema che fa da sfondo a tutti gli altri e deve preoccupare parecchio ed è la tensione sociale fortissima così evidente nella periferia romana di Tor Sapienza, nel senso di solitudine delle persone, nell’odio alimentato da forze politiche come la Lega ormai avviata lungo l’onda di Marine Lepen pronta a usare la paura e la miseria della crisi. Di nuovo la convivenza civile diventa – come è stato nelle banlieues parigine – il banco di prova della responsabilità della politica.
Informativa urgente del Governo sugli intendimenti in ordine all’eventuale realizzazione del ponte sullo stretto di Messina
Il Ministro Lupi ha rassicurato il parlamento sul fatto che la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina non è una priorità di questo Governo e non verranno stanziate risorse in questa direzione. Ha confermato che il Parlamento ha disciplinato, in mancanza del rispetto di determinate fasi procedurali, la decadenza di tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione. Dal Governo poi, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 aprile 2013, è venuta la messa in liquidazione della società Ponte sullo Stretto di Messina.
Mozioni Scotto ed altri n. 1-00537, Pisicchio n. 1-00609, Covello ed altri n. 1-00612, Palese e Russo n. 1-00614, Baldassarre ed altri n. 1-00621, De Girolamo ed altri n. 1-00624, Taglialatela ed altri n. 1-00641, De Mita ed altri n. 1-00642 e Antimo Cesaro ed altri n. 1-00648: Iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione della Campania
Sono state tutte approvate le mozioni che chiedono al Governo un piano strategico per il mezzogiorno d’Italia e in particolare per la Campania, facendo della questione meridionale una questione nazionale, su cui si gioca la ripresa del Paese tutto. E’ solo affrontando la profonda crisi economica e manifatturiera del sud Italia, che colpisce soprattutto i giovani e le giovani donne in particolare, costringendo migliaia di ragazzi a lasciare la propria terra per prospettive migliori, che si può dare nuovo respiro all’Italia tutta.
Mozioni Rondini ed altri n. 1-00629, Brunetta ad altri n. 1-00633, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00634, Binetti ed altri n. 1- 00640, Amato ed altri n. 1-00643, Rampelli ed altri n. 1-00646 e Palazzotto ed altri n. 1-00655: Iniziative riguardanti i profili di prevenzione sanitaria correlati al fenomeno migratorio
Con questa mozione unitaria il Parlamento ha chiesto al Governo: di predisporre una campagna di comunicazione capillare e chiara con semplici informazioni sul virus ebola, sulle modalità di contagio e sulle precauzioni igieniche; di dare disposizioni precise agli operatori della sanità, garantendo l’approvvigionamento dei presidi da utilizzare nei casi sospetti; azioni dirette alla cura dei malati, all’accoglienza dei profughi, alla prevenzione del rischio di diffusione di malattie infettive, anche e soprattutto con interventi di supporto ai sistemi sanitari di quei Paesi dove è ancora attiva l’epidemia di Ebola: la Sierra Leone, la Guinea e la Liberia. Insomma viene chiesta soprattutto maggiore informazione su un virus che sta diffondendo vero e proprio panico psicologico basato spesso su informazioni false: poco c’entrano i migranti con la diffusione del virus, il contagio è possibile solo col contatto diretto di persone infettate e non per via aerea, i casi registrati in occidente e Stati Uniti sono pochi e controllati, per fare alcuni esempi.
Mozioni Tinagli, Carfagna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti, Di Salvo ed altri n. 1-00272, Mucci ed altri n. 1-00611, Nicchi ed altri n. 1-00613, Speranza ed altri n. 1-00615 e Rondini ed altri n. 1-00620: Iniziative a sostegno delle politiche di genere
L’istituto europeo che misura le diseguaglianze di genere su una scala che va da 1 a 100 (in cui 100 indica il massimo dell’uguaglianza) ci dice che l’Italia ha un indice di 49. Facendo l’elenco dei Paesi europei, il nostro Paese è al ventitreesimo posto su ventisette per disuguaglianze. Questo ci interroga su che misure adottare per livellare queste diseguaglianze e implementare la parità fra uomini e donne. Da questi presupposti nascono queste mozioni sulle politiche di genere. Investire sull’occupazione femminile vuol dire da un lato agire su questo piano, implementando l’autonomia e la libertà delle donne, dall’altro avere uno strumento in più per uscire dalla crisi: come ci dice Banca D’Italia se le donne lavorassero quanto gli uomini il PIL salirebbe di 7 punti percentuali. Investire sulle politiche di genere vuol dire tutelare la maternità: è necessario approvare la legge contro le dimissioni in bianco, ancora oggi prima causa di licenziamento e abuso ai danni delle giovani donne madri, ma anche incentivare la maternità facendola diventare a carico della fiscalità generale, come un riconoscimento di natura universale e per questo garantito attraverso la leva della fiscalità generale. Bisogna aggredire le disparità salariali fra uomini e donne, tema che Obama ha risollevato in chiave planetaria nella campagna di mezzo termine. In Italia ad esempio quando nei contratti di lavoro si parla di premio legato alla presenza, succede spesso che la maternità non sia riconosciuta come presenza, ma come assenza e, quindi a quelle donne, non viene erogato il premio di produzione. La maternità deve essere riconosciuta come valore sociale e in quanto tale devono essere cancellate tutte quelle penalizzazioni che la negano: prima fra tutte la rinuncia ad essere madri che affligge molte giovani donne, e molte giovani coppie, legate a lavori precari e a tempo determinato; ma anche la legge Fornero che nega il riconoscimento dei contributi figurativi per maternità. E’ intervenuta Titti Di Salvo
Disegno di legge: Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali
Il provvedimento si occupa della Prevenzione ambientale a supporto della green economy con strumenti come: appalti verdi (introduzione negli appalti pubblici di criteri che privilegiano le certificazioni ambientali di stampo europeo); valorizzazione delle risorse naturali e recupero delle materie (incentivi per la raccolta differenziata e dei materiali); riordino del sistema di governance dei distretti idrografici recependo la direttiva europea; introduzione di un sistema di remunerazione dei servizi eco sistemici-ambientali dando la possibilità di istituire delle aree territoriali “oil free zone” oltre che definire una strategia nazionale della green comunity.
Commemorazione nella Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace
Il 12 Novembre di quest’anno ricorre l’undicesimo l’anniversario dei caduti militari e civili nella missione internazionale per la pace, la strage di Nassyria. L’aula ha commemorato i morti osservando un minuto di silenzio.