Premessa
Nella settimana alla Camera si è concluso definitivamente l’iter della legge elettorale.
Sul suo significato politico ci siamo soffermati lungamente nelle Note precedenti per cui ci limitiamo in questa ad allegare una lettura dettagliata (84_ Italicum. Domande e risposte) delle nuove norme sottolineando soltanto che dalla approvazione dell’Italicum la norma antidisciminatoria applicata alle definizione dei capilista, la doppia preferenza di genere, l’alternanza uomo/donna nelle liste diventano legge dello Stato e che per la struttura della legge, che adotta il ballottaggio e il premio alla lista, dalla sua entrata in vigore non saranno più possibili governi disomogenei, delle piccole o larghe intese. Si tratta di due aspetti che danno qualità alla democrazia: dell’alternanza e della rappresentanza.
La Camera ha anche approvato (anche se ci sarà una terza lettura che dovrebbe avvenire entro la fine maggio) una legge molto importante che introduce la fattispecie di reato ambientale.
Nei lavori di Commissione è invece proseguito l’esame di un altro provvedimento altrettanto decisivo: quello sulla “buonascuola” che dovrebbe concludere l’iter parlamentare entro il 15 giugno per consentire così che entro il 1 settembre si possa procedere alle assunzioni dei nuovi docenti.
Il disegno di legge è costruito intorno all’idea centrale di rendere effettiva quell’autonomia della scuola che dal 1997 è stata evocata come cuore della qualità della scuola pubblica: evocazione non accompagnata dalle risorse umane e finanziarie necessarie e dagli strumenti indispensabili per il suo decollo.
Negli anni alle nostre spalle la scuola pubblica al contrario ha subito un taglio di 8 miliardi di euro e una decurtazione di posti di lavoro pari a 80.000 soltanto tra il 2009/2011 mentre si gonfiavano per la stratificazione di scelte sbagliate e contraddittorie le liste di insegnanti precari.
La “buonascuola” rovescia questa impostazione e assume come obiettivo da raggiungere la scuola dell’autonomia e la responsabilità del dirigente scolastico diventa funzionale a questo obiettivo.
Il disegno di legge arrivato in Parlamento contiene però contraddizioni rispetto a questi stessi obiettivi.
La commissione parlamentare sta lavorando per rendere obiettivi e norme coerenti: sia dal punto di vista della governance della scuola che dal punto di vista del piano delle assunzioni. Lo sta facendo nel pieno esercizio delle sue funzioni, attraverso l’ascolto di poco meno di 100 audizioni e coerentemente al mandato dello stesso governo che non ha scelto la via del decreto per emanare il provvedimento ma quella del disegno di legge che prevede per definizione coinvolgimento e ruolo del Parlamento.
L’adesione importante allo sciopero indetto dal sindacato il 5 maggio d’altra parte contiene molte domande anche diverse tra di loro: ma non c’è dubbio che esprime soprattutto la richiesta di coinvolgimento nel processo di cambiamento della scuola pubblica. Nè d’altra parte è possibile immaginare il successo di un processo di cambiamento importante senza il coinvolgimento dei suoi attori principali.
Dopo la manifestazione il Partito democratico ha aperto un tavolo di confronto con associazioni e organizzazioni sindacali scegliendo dunque la strada giusta dell’ascolto delle opinioni competenti sui singoli temi. I risultanti del confronto -che continuerà nei prossimi giorni- sono positivi e si tradurranno in emendamenti al testo.
Rimane aperta la richiesta di confronto che le organizzazioni sindacali avanzano al Governo sul merito, ma non solo. La domanda principale avanzata è quella del riconoscimento da parte del governo del ruolo di rappresentanza del sindacato e quindi del ruolo di interlocutore del governo.
La mia opinione è che lo sforzo difficilissimo di cambiamento del paese che il governo Renzi si propone e che è necessario dopo anni di cattiva politica, non solo nella scuola, sarebbe aiutato dal rapporto con il Sindacato e non viceversa. Al netto di ruoli e funzioni diverse e al netto dello stesso bisogno del sindacato di rinnovarsi.
Proposte di legge: Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati
E’ stato approvato l’Italicum. Ecco una scheda che analizza nello specifico il provvedimento.
Proposte di legge: Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente (A.C. 342-957-1814-B)
Il provvedimento consente al nostro Paese di fare un passo avanti decisivo nell’azione di contrasto all’illegalità ambientale, attraverso l’introduzione nel nostro ordinamento di fattispecie delittuose incentrate sulla produzione di danno all’ambiente. Secondo le stime di Legambiente ogni anno si consumano circa 30.000 illeciti ambientali per un giro d’affari stimato in circa 15 miliardi di euro (e con circa 300 clan mafiosi coinvolti). Il testo unico inasprisce il quadro sanzionatorio per le condotte che danneggiano l’ambiente (attualmente punite prevalentemente a titolo di contravvenzione), inserendo nuovi delitti nel codice penale e nuove ipotesi di responsabilità derivante da reato per le persone giuridiche e raddoppia il termine di prescrizione per i nuovi delitti. Vengono introdotti nello specifico i delitti di: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale di alta radioattività, di impedimento del controllo e di omessa bonifica.
Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 27 del 2015: Disposizioni urgenti per lo svolgimento contemporaneo delle elezioni regionali ed amministrative
Il provvedimento è stato approvato per flessibilizzare l’arco temporale entro il quale possono realizzarsi le consultazioni elettorali e amministrative fin dalle prossime elezioni del 2015. Il decreto è necessario e urgente per poter tenere in un solo giorno le elezioni regionali e amministrative del 2015 con l’obiettivo di ridurre le spese elettorali, in coerenza con le finalità di risparmio della finanza pubblica, e favorire la massima partecipazione al voto.
Mozioni Iori, Sberna, Daniele Farina, Locatelli, Pinna ed altri n. 1-00785, Manlio Di Stefano, ed altri n. 1-00792, Gianluca Pini ed altri n. 1-00799 e Artini ed altri n. 1-00840: Iniziative in merito all’emergenza umanitaria relativa al campo profughi di Yarmouk, in Siria, con particolare riferimento alla situazione dei minori
Sono 3.500 secondo Save The Children i bambini palestinesi intrappolati nell’inferno del campo profughi di Yarmouk, vicino a Damasco, occupato dall’ISIS che sta compiendo crimini indicibili. Questa mozione chiede al Governo, che tramite il Ministro Gentiloni ha già predisposto un sostegno coraggioso e urgente di un milione e mezzo di euro, destinando 500 mila euro all’UNICEF e un milione all’UNRWA affinché sia salvata in primis proprio la popolazione infantile,;di continuare a lavorare in questa direzione. In primo luogo, tramite azioni finalizzate all’attivazione immediata di un corridoio umanitario per intervenire rapidamente a liberare almeno i bambini, mettendo in atto nel più breve tempo tutte le possibili azioni politiche, prendendo immediati contatti con gli organismi internazionali e le associazioni che già operano in quel territorio. Si chiede inoltre al Governo di valutare le possibili modalità per impegnarsi attivamente nel prevedere programmi solidaristici immediati.
Mozioni Luigi Di Maio ed altri n. 1-00741, Melilla ed altri n. 1-00822, Palese e Occhiuto n. 1-00824, Marchi ed altri 1-00825, Rizzetto ed altri n. 1-00826 e Guidesi ed altri n. 1-00830: Iniziative volte a garantire agli enti locali adeguati trasferimenti di risorse, con particolare riferimento a quelli necessari per l’espletamento dei servizi sociali essenziali, anche in relazione alle disposizioni della legge di stabilità per il 2015
L’obiettivo principale dell’atto di indirizzo è uscire dall’emergenza, dall’incertezza e dal proliferare dei provvedimenti normativi sulla vita finanziaria ed organizzativa delle autonomie locali, ed arrivare ad una fase di stabilità fondata sui principi di autonomia, responsabilità, trasparenza ed equità. La riforma e modernizzazione del sistema delle autonomie locali è un passaggio fondamentale per la ripresa del Paese. Occorre dare attuazione alle intese raggiunte in seno alle Conferenze Stato-città e Stato-regioni sulla rideterminazione degli obiettivi di patto e sul sistema delle sanzioni per il loro mancato raggiungimento. Occorre intervenire su termini e procedure per dare gradualità e flessibilità alla fase di avvio a regime dell’armonizzazione contabile, uno sforzo importante richiesto quest’anno ai comuni, che ci consegnerà un quadro più trasparente e solido dei bilanci comunali e che non verrà meno se si rivedranno ad esempio i termini per i rendiconti. Occorre poi uno sforzo e interventi per garantire effettiva sostenibilità al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica per le province e per le città metropolitane, anche ragionando su modalità di redazione e di approvazione dei bilanci straordinari per l’esercizio 2015. Poi vi sono almeno quattro questioni di fondo che quest’anno devono trovare un approdo. Innanzitutto, la fiscalità comunale – local tax, ma non solo –: il riordino complessivo nel senso della semplificazione del sistema dei tributi locali, qualificandolo e dotandolo di stabilità nel tempo, basato su un rapporto chiaro e trasparente tra autonomia tributaria e strumenti di solidarietà e di perequazione. In ultimo è necessario proseguire con determinazione sulla via del superamento del patto di stabilità e occorre al contempo una riflessione su modalità più semplici di applicazione agli enti locali del principio di equilibrio di bilancio.
Mozioni Faenzi ed altri n. 1-00784, Franco Bordo ed altri n. 1-00790, Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00793, Mucci ed altri n. 1-00795, De Girolamo n. 1-00797; Guidesi ed altri n. 1-00808, Rampelli ed altri n. 1-00811 e Oliverio ed altri n. 1-00817: Iniziative in materia di esenzione dall’IMU per i terreni agricoli
Nel provvedimento si chiede al Governo di modificare il sistema di esenzione dell’IMU agricola, per completare il positivo e razionale intervento avviato con il «milleproroghe». Quest’ultimo ha sensibilmente allargato il campo di esenzione dall’imposta prevedendo che: l’esenzione venga applicata ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei comuni classificati totalmente montani dall’ISTAT; ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, iscritti alla previdenza agricola e ubicati nei comuni classificati parzialmente montani. Si è così realizzato un sensibile alleggerimento del carico fiscale richiesto dalle imprese e dalle loro organizzazioni di rappresentanza. A beneficiarne sono stati i coltivatori diretti, gli imprenditori agricoli professionali, nonché le imprese che subiscono lo svantaggio competitivo di operare in aree meno infrastrutturate e più distanti dai mercati di riferimento. Ciò su cui si impegna il Governo sono alcuni interventi correttivi. Primo, garantire una maggiore equità nell’applicazione del tributo e ampliare le esenzioni in materia di imposta municipale propria anche ai terreni siti in aree svantaggiate e nelle porzioni montane dei comuni parzialmente montani, tenuto conto delle condizioni geografiche e socioeconomiche, orografiche e di redditività dei suoli e del livello di rischio idrogeologico, dando priorità ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali. Si chiede di prevedere per i terreni agricoli colpiti da calamità naturali o colpiti da fitopatie particolari, sostegni e contributi parametrati all’entità dei danni, al fine di favorire il ripristino del potenziale produttivo delle colture medesime e di sostenere il reddito degli agricoltori. Per ultimo, si chiede di estendere l’esenzione in materia di imposta municipale propria ai piccoli proprietari di terreni, anche se non coltivatori diretti, che li utilizzino per l’autoconsumo familiare o che li abbiano ceduti in fitto o in comodato d’uso a coltivatori diretti e ad imprenditori agricoli a titolo principale.