Ieri la commissione lavoro ha preso in esame la mia interrogazione su Verifica del numero di anni trascorsi in pensione dai macchinisti e analisi della loro aspettativa di vita (5-04646 Di Salvo)
Di seguito lo stenografico della discussione:
CAMERA DEI DEPUTATI
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Giovedì 4 giugno 2015
XVII LEGISLATURA
INTERROGAZIONI
Giovedì 4 giugno 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali Franca Biondelli.
5-04646 Di Salvo: Verifica del numero di anni trascorsi in pensione dai macchinisti e analisi della loro aspettativa di vita.
La sottosegretaria Franca BIONDELLI risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
ALLEGATO 2
5-04646 Di Salvo: Verifica del numero di anni trascorsi in pensione dai macchinisti e analisi della loro aspettativa di vita.
TESTO DELLA RISPOSTA
L’onorevole interrogante, con il presente atto parlamentare, chiede di conoscere il numero di anni effettivi trascorsi in pensione dai macchinisti ferroviari e di avere un’analisi aggiornata sull’aspettativa di vita di questa particolare categoria di lavoratori. In riferimento al primo quesito, l’INPS – interessato della questione – ha comunicato che non dispone di serie storiche sufficientemente lunghe tali da consentire un’analisi approfondita del fenomeno in questione. L’estrazione di tale informazione dagli archivi di cui dispone l’Istituto sarebbe, perciò, inattendibile e fuorviante. Per quanto concerne il secondo quesito posto nel presente atto parlamentare, l’Inps ha rappresentato che non possiede informazioni sufficienti sulla storia assicurativa dei macchinisti del settore ferroviario per poter determinare, con le tecniche di analisi demografica, la speranza di vita di questa particolare categoria di lavoratori. L’INPS, infatti, è in possesso di informazioni su questa particolare categoria di lavoratori solo dal 2005 al 2011 identificabile tramite alcune informazioni ricavabili dalle denunce mensili denominate UNIEMENS. Per fornire comunque un contributo, l’INPS, utilizzando gli archivi UNIEMENS, ha rilevato circa 29.000 soggetti di sesso maschile appartenenti esclusivamente al Fondo pensione dei dipendenti delle Ferrovie dello Stato che hanno svolto, in almeno uno degli anni del periodo 2005-2011, le mansioni di macchinista, capotreno/capo servizi treno, tecnico formazione treno e operatore specializzato circolazione. L’INPS ha precisato che l’analisi si è concentrata esclusivamente sugli individui di sesso maschile in quanto il numero di donne presenti in tali categorie professionali è pari al 5 per cento circa del totale e non rappresenta, dunque, un dato significativo. Nell’ambito del predetta platea di 29.000 soggetti, l’INPS ha, inoltre, individuato i decessi verificatisi nel periodo 2005-2014 e li ha posti a confronto con il numero di decessi attesi in base all’andamento della mortalità generale determinata dall’ISTAT per l’anno 2013. La tabella, che metto a disposizione della Commissione mostra tale confronto ed evidenzia che la mortalità dei soggetti presi in esame è inferiore del 37,5 per cento rispetto a quella che era possibile attendersi se la collettività avesse seguito l’andamento della mortalità generale determinata dall’ISTAT per l’anno 2013. Occorre tuttavia osservare che probabilmente tale risultato potrebbe essere influenzato dal breve periodo di analisi delle camere lavorative nelle predette mansioni che non consente di trarre conclusioni definitive sulle probabilità di morte del complesso dei lavoratori.
Tabella. Confronto per età al decesso tra numero di morti attesi e numero di morti reali nel periodo 2005- 2014 riferito al collettivo di soggetti maschi iscritti al Fondo Ferrovie nel periodo 2005-2011 che hanno ricoperto la qualifica professionale di macchinista, capotreno, tecnico formazione treno e operatore specializzato circolazione.
Età alla morte | Numero morti | Numero morti | Differenza %(*) |
45 | 11 | 6 | -45,5% |
46 | 16 | 8 | -50,0% |
47 | 20 | 12 | -40,0% |
48 | 26 | 15 | -42,3% |
49 | 32 | 15 | -53,1% |
50 | 39 | 17 | -56,4% |
51 | 48 | 33 | -31,3% |
52 | 57 | 30 | -47,4% |
53 | 65 | 38 | -41,5% |
54 | 71 | 48 | -32,4% |
55 | 77 | 51 | -33,8% |
56 | 82 | 47 | -42,7% |
57 | 82 | 50 | -39,0% |
58 | 79 | 49 | -38,0% |
59 | 74 | 45 | -39,2% |
60 | 70 | 47 | -32,9% |
61 | 63 | 47 | -25,4% |
62 | 54 | 37 | -31,5% |
63 | 43 | 29 | -32,6% |
64 | 32 | 25 | -21,9% |
65 | 21 | 14 | -33,3% |
66 | 12 | 8 | -33,3% |
67 | 6 | 3 | -50,0% |
68 | 3 | 2 | -33,3% |
69 | 2 | 2 | 0,0% |
70 | 1 | 1 | 0,0% |
Totale | 1.086 | 679 |
-37,5% |
(*) Calcolati sulla base della mortalità ISTAT 2013
Risposta del’On. Di Salvo:
Titti DI SALVO (PD), nel ringraziare la sottosegretaria Biondelli per la risposta fornita, invita il Governo a farsi carico dell’approfondimento della questione che, sulla base di un errore materiale nell’articolo 24, comma 18, del decreto-legge n. 201 del 2011, ha previsto un drastico incremento dei requisiti richiesti ai ferrovieri per l’accesso al pensionamento, senza inserirli nel processo di armonizzazione dei requisiti previsto dal medesimo comma. Nel segnalare come tale incremento non tenga conto dell’aspettativa di vita di tali lavoratori, ribadisce l’esigenza di un intervento correttivo, che, a suo avviso, potrebbe essere adottato anche prima della presentazione del disegno di legge di stabilità 2015 e non comporterebbe oneri rilevanti per la finanza pubblica.