Nota sui lavori parlamentari settimana dal 22 al 26 Giugno

By June 26, 2015 Lavoro parlamentare

 

Premessa

Nella settimana la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla diffamazione e alcune mozioni illustrate di seguito.

Ha anche votato la risoluzione in previsione del Consiglio europeo sull’immigrazione sulla base dell’intervento prima al Senato e poi alla Camera di Matteo Renzi.

Il tema dell’emergenza immigrazione continua ad essere al centro della discussione politica per ragioni oggettive e perché la Lega, e non solo, su questo terreno ha ricostruito il proprio profilo politico e le proprie fortune elettorali aiutata dall’emersione dell’intreccio mafia malaffare gestione campi Rom e Cie/Cara.

In realtà in questi giorni ciò che è in discussione è il futuro della cultura politica dell’Europa e quindi della sua esistenza come spazio pubblico comune.

Sono alla prova la capacità dell’Europa di rispondere alle persone in fuga dalla morte e dalle guerre, guerre che la comunità internazionale non ha ancora saputo fermare con forze di interposizione. Ma siamo difronte anche alla prova di razionalità e intelligenza politica dell’Europa e dei singoli governi nazionali alcuni dei quali pensano di contrastare  lepenismo, razzismo e xenofobia assumendone la stessa filosofia.

L’emergenza non è ne’ può essere problema solo italiano o solo greco: se lo diventasse sarebbe oscurata la cultura solidale alle origini dell’Europa e il suo stesso futuro.

La soluzione trovata a tarda notte a Bruxelles con la ripartizione di 40 mila profughi tra i paesi, una ripartizione consensuale (nè obbligatoria ma neppure solo volontaria) non chiude l’Europa ma è solo una risposta parziale ottenuta con uno sforzo straordinario dell’Italia.

Da questo punto di vista stride l’esito della riunione voluta dal Governo con Regioni e ANCI prima del vertice europeo e dopo la discussione in Parlamento: i “governatori” della Lega e di Forza Italia anche in questo caso hanno preferito fare come Ungheria e Slovenia mantenendo lo stesso loro profilo di rifiuto di assumersi responsabilità nel governo dell’emergenza.

Ma l’Europa oggi è chiamata anche a dirimere in modo certo il rapporto con la Grecia: nonostante sia non immaginabile l’uscita della Grecia per ciò che rappresenta nella cultura europea, dopo mesi la soluzione non c’è ancora. La mia opinione è che la responsabilità principale risieda in quella politica dell’austerità oggi in parte ammorbidita dal presidio della Bce di Draghi ma sempre attiva: poi i governi che hanno preceduto Tsipras hanno sicuramente gravi responsabilità nell’aver portato la Grecia sull’orlo della banca rotta e di nuovo l’Europa nel non aver aiutato quel paese molto prima. E d’altra parte Tsipras prova ora la difficoltà del praticare al governo ciò che è più facile argomentare dall’opposizione.

Mozioni Lorefice ed altri n. 1-00898, Scotto ed altri n. 1-00888 e Attaguile ed altri n. 1-00915: Permanenza in carica del sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione

La Camera è stata chiamata ad esprimersi sulle richieste di dimissioni dell’onorevole Castiglione, sottosegretario di Stato alle politiche agricole, alimentari e forestali in seguito all’avviso di garanzia arrivato in merito all’inchiesta Mafia Capitale. La posizione del Pd è stata analoga a quelle prese in precedenza in situazioni simili e cioè è una posizione che dice che la mera esistenza delle indagini, o meglio la notizia dell’esistenza di indagini, apprese dai giornali, non può essere di per sé motivo di sfiducia in assenza di elementi ulteriori che al momento non vi sono. L’avviso di garanzia è uno strumento a tutela dell’indagato e non il preannuncio di un verdetto. Quella che si difende votando contro le mozioni di sfiducia è la cultura della garanzia; una cultura che è alla base della nostra democrazia ed è alla radice di un rapporto sano tra la politica e la magistratura.

Proposta di legge: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale. Ulteriori disposizioni a tutela del soggetto diffamato

L’approvazione di questa proposta di legge migliora la libertà di stampa in Italia. Già, nel 2014, il nostro Paese aveva guadagnato nove posti nella classifica sulla libertà di stampa di Reporters sans frontières, attestandosi così al quarantanovesimo posto, sui centottanta della classifica mondiale. Tra i tanti punti deboli, alcuni non risolti ancora, del sistema dell’informazione italiana vi è la concentrazione dell’informazione e il relativo conflitto di interessi, ma anche il mancato bilanciamento tra la libertà di stampa e la tutela dell’individuo. Nell’Europa meridionale così come spiega il rapporto di Reporters sans frontières presentato a Parigi, l’unica evoluzione positiva c’è stata proprio in Italia e proprio grazie a questo provvedimento, perché si è riusciti finalmente a stoppare una spirale negativa con la preparazione di questa legge incoraggiante, così era stata definita. La legge che pone al centro il tema del bilanciamento tra diversi diritti costituzionalmente previsti, quello tra la libertà di stampa e la tutela dei diritti dell’individuo, compreso anche il diritto a vedere tutelata la propria reputazione. L’elemento qualificante del provvedimento è l’eliminazione della pena del carcere per i giornalisti. È stata poi introdotta la non punibilità in caso di rettifica integrale per la parte che si senta diffamata, questo associa, dunque, al diritto della libertà di informazione un controbilanciamento importante ad ogni diritto, cioè quello della responsabilità di chi scrive, dei giornalisti, con la verifica puntuale delle fonti e il controllo della veridicità dei fatti e delle notizie. Altro elemento introdotto nel provvedimento riguarda chi debba rispondere, se solo i giornalisti o i direttori, in caso di fallimento. Da oggi ci si potrà rivalere sulle società e sulle proprietà fallite e non sui singoli.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015

E’ stata ribadita l’importanza di rafforzare l’Unione Europa, ancora troppo debole e troppo poco presente nella vita dei cittadini. Per farlo bisogna sicuramente puntare sul lavoro e sugli strumenti per rafforzare e consolidare la ripresa. Non solo rigore dei conti pubblici, ma anche strumenti per la crescita economica. È stato il punto su cui l’Italia ha  concentrato energie in tutto il semestre di Governo italiano. L’Europa potrà uscire più forte da questa crisi solo se cambierà la sua agenda. L’Italia ha offerto il contributo più avanzato a questo cambiamento di agenda europea, superando l’Europa intergovernativa, lavorando per la cooperazione rafforzata sulle riforme strutturali, che servono all’Italia ma servono anche all’Europa, sulle forme di assicurazione per contrastare la disoccupazione ciclica, costruendo un bilancio finalmente di risorse proprie da potere destinare per le priorità, completando l’unione bancaria, con la garanzia unica sui depositi bancari. In ultimo fondamentali sono le questioni di politica estera. Su questo l’agenda Juncker ha fissato e approvato il 13 maggio una road map, che è frutto in gran parte del lavoro voluto dal Governo Italiano, che si è anche materializzato per il lavoro svolto dalla Vicepresidente Mogherini. Triplicati i fondi europei per le missioni di salvataggio in mare nel Mediterraneo, missioni non più solo italiane ma europee, per contrastare i nuovi schiavisti, quelli che portano oggi i migranti da una parte all’altra del Mediterraneo, finanziando la criminalità organizzata, finanziando il terrorismo internazionale con i loro proventi; e poi la realizzazione dei punti di prima accoglienza a sud della Libia, in Africa, dove ci sono i punti di passaggio dei grandi flussi migratori, per contrastare lì coloro che dopo affrontano le marce nel deserto, dove muoiono più che nel Mediterraneo.

Mozioni Rampelli ed altri n. 1-00591, Brunetta e Giammanco n. 1-00901, Grande ed altri n. 1-00913, Ricciatti ed altri n. 1-00914, Bechis ed altri n. 1-00916; Gianluca Pini ed altri n. 1-00919 e Cicchitto, Amendola, Mazziotti Di Celso, Marazziti, Locatelli ed altri n. 1-00920: Iniziative volte alla revoca delle sanzioni dell’Unione eu ropea contro la Federazione russa e al raggiungimento di una soluzione politico-diplomatica della crisi ucraina

Nella vicenda delle sanzioni alla Russia bisogna avere la consapevolezza che esistono delle ragioni di natura geo-politica che prevalgono su quelle di carattere economico, perché esse hanno costituito la risposta più responsabile e contenuta alle iniziative politico-militari prese dal Governo russo nei confronti dell’Ucraina.
La Russia ha palesemente violato la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza dell’Ucraina, sia attraverso l’illegittima annessione della Crimea, sia attraverso l’assistenza militare diretta e indiretta fornita nel Donbass a formazioni separatiste, in aperta violazione delle convenzioni internazionali. Per evitare la ricerca di soluzioni militari e nella prospettiva invece di una soluzione negoziata sul piano diplomatico, sono stati sottoscritti gli accordi di Minsk, che non vengono, però, sostanzialmente applicati sia per il permanere di frequenti violazioni del cessate il fuoco, sia per il mancato completamento del ritiro degli armamenti pesanti e degli scambi di prigionieri, sia per l’assenza di sviluppi rispetto all’attuazione di riforme istituzionali in Ucraina e alla tenuta di elezioni locali nel Donbass.
La comunità internazionale ha deciso di mettere in atto meccanismi sanzionatori nei confronti della Russia per far recedere il Governo russo dalle interferenze e dalle violazioni del diritto internazionale. Con questa mozione si chiede al governo di intensificare la propria azione politico-diplomatica verso la Russia, al fine di spingere il Governo russo ad attuare gli accordi di Minsk, ad esercitare la propria influenza sui separatisti e a ripristinare il pieno rispetto del diritto internazionale in Ucraina; nello stesso tempo ad incentivare il Governo ucraino nella realizzazione delle riforme istituzionali richieste dall’accordo di Minsk. Infine si chiede di aprire in sede di Unione europea un confronto su possibili misure compensative adeguate a sostenere le imprese e i sistemi di filiera più colpiti dagli effetti dell’embargo russo e di procedere in linea con le decisioni della comunità internazionale rispetto alle sanzioni contro la Russia.

Informativa urgente del Governo sulle vicende note come «mafia capitale»

Il Ministro Orlando ha riferito in aula sull’inchiesta ben nota di Mafia Capitale che ha smascherato intrecci fra mafia e politica sopratutto nel settore delle cooperative e nello sfruttamento dei business dei migranti nella città di Roma. Il Partito Democratico ha ribadito il suo impegno in città, che porta avanti da tempo, per fare pulizia e chiarezza, ribadendo l’appoggio al Sindaco Marino che in questo momento è una garanzia per la legalità.

Informativa urgente del Governo sulla situazione dell’aeroporto di Fiumicino dopo il grave incendio che ne ha colpito alcune strutture e sulle iniziative per ripristinare la piena funzionalità dello scalo

Su questa grave vicenda è doveroso aspettare che la magistratura faccia il suo corso e individui eventuali responsabili, ma anche la politica deve fare la sua parte, vigilando affinché anche le società di gestione mettano in campo tutte le azioni tese a rafforzare la sicurezza e l’efficienza. Bisogna mettere in campo ogni azione possibile per ripristinare al più presto possibile l’intera operatività dell’aeroporto, che è un hub internazionale. È uno scalo dove transitano, tra partenze e arrivi, oltre 40 milioni di persone, dato che indica anche la complessità dell’organizzazione.

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