Premessa
Nella settimana la Camera ha votato (e respinto) gli emendamenti presentati al testo di riforma costituzionale in quarta lettura. Il voto finale è previsto per l’11 gennaio. Dopo quella data e l’ultimo passaggio al Senato, lo step successivo sarà quello del referendum a cui verrano chiamati i cittadini.
La discussione alla Camera, che per regolamento era limitata agli articoli modificati al Senato, ha aggiunto alla polemica abitualmente aspra momenti paradossali.
– Al primo tipo corrisponde la polemica del M5s sulla mancata elezione dei giudici della Corte quasi a voler cancellare la verità dei fatti. I numeri richiesti per l’elezione dei giudici sono appositamente alti (a questo punto 570) per coinvolgere nella stessa responsabilità tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione. L’impasse istituzionale grave in cui siamo dovrebbe inquietare dunque tutti, anche coloro che hanno definito il Parlamento una scatoletta di tonno da aprire e coerentemente a ciò giocano un ruolo di veto piuttosto che costruttivo. Da questa logica discende la valutazione pentastellata secondo cui la candidatura del Pd, Augusto Barbera costituzionalista di fama europea, non avrebbe i requisiti necessari di autonomia per essere stato 30 anni fa parlamentare.
E naturalmente grande prova di responsabilità è richiesta a tutto il parlamento anche alla maggioranza perché la mancata elezione dei tre giudici espone a rischio paralisi la Consulta, che è organo costituzionale e quindi le difficoltà in cui si trova rappresenta una ferita costituzionale: una riflessione sulla gravità dell’impasse dovrebbe guidare ciascun parlamentare, anche nel segreto dell’urna.
La prossima seduta del Parlamento in seduta comune del 14 Dicembe è dunque un’occasione per il Parlamento per rispondere a quella responsabilità cui siamo tutti chiamati.
– Momenti di polemica paradossale invece sono stati quelli in cui è stato messo ai voti un ordine del giorno del M5s, a prima firma Alessandro Di Battista, che impegnava il Governo a non cambiare l’Italicum.
Come dire il loro giudizio definitivo espresso in più occasioni – fino al punto da depositare in molte Corti d’appello quesiti per sancire l’incostituzionalità dell’Italicum – cancellati senza battere ciglio.E poi per finire il M5s ha votato contro il suo stesso ordine del giorno.
Mozioni Binetti ed altri n. 1-01063, Baroni ed altri n. 1-01073, Miotto ed altri n. 101074, Vargiu ed altri n. 1-01075, Nizzi e Occhiuto n. 1-01076 e Nicchi ed altri n. 1-01079: Iniziative per la cura dei tumori rari
Ogni anno vengono diagnosticati circa 400 mila nuovi casi di tumori. I tumori, quindi, sono una causa di mortalità molto presente nel nostro Paese, la seconda causa di morte. Al di sotto del 5 per cento vengono definiti i tumori rari. Declinare un tumore come raro significa avere la percezione che è difficile fare la diagnosi e che il percorso terapeutico diventa estremamente impegnativo. Sono tumori che molto spesso riguardano bambini e quindi la sfera pediatrica. E’ necessario inserirsi a pieno nel percorso europeo che si sta portando avanti su questi temi e andare avanti in un processo di specializzazione e di formazione. Il registro nazionale tumori è importantissimo in questo percorso, per avere dei dati, per fare dei confronti, per fare un’analisi epidemiologica corretta, correlata con i territori, sull’influenza dell’ambiente su queste patologie, sugli stili di vita. Nella mozione si chiede inoltre di interloquire con le associazioni dei malati e con il mondo del volontariato e di puntare sulla comunicazione istituzionale: troppo spesso girano notizia improprie a volte strumentali che speculano sulla pelle dei malati.
Mozioni Franco Bordo ed altri n. 1-01068, Dorina Bianchi e Garofalo n. 1-01070, De Lorenzis ed altri n. 1-01071, Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-01072, Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01077 e Guidesi ed altri n. 1-01078: Processo di privatizzazione di Ferrovie dello Stato italiane S.p.a.
Con le mozioni si chiede al Governo di aprire una discussione sulla privatizzazione delle Ferrovie dello stato a partire dagli organi parlamentari (commissione bilancio e trasporti in primis). La discussione sulla gestione dell’azienda e delle quote di quest’ultima a privati è fondamentale perché riguarda il futuro della mobilità in Italia e gli obiettivi strategici per rendere il trasposto regionale e locale sempre più innovativo e all’altezza dei bisogni delle persone. Per questo si chiede di rendere questa discussione più partecipata e trasparente possibile.