Premessa
Questa settimana la Camera ha approvato una proposta di legge per rendere monumento nazionale la casa di Gramsci e un’altra per la tutela e la gestione pubblica delle acque. Di seguito il dettaglio.
Nella settimana la discussione pubblica si è di nuovo concentrata sulle pensioni sia per il varo del decreto ministeriale che introduce la sperimentazione del part – time negli ultimi 3 anni dalla pensione con accredito pieno dei contributi (prevista dalla legge di stabilità 2016), sia per la scelta dell’Inps di inviare le buste arancioni, cioè le lettere a lavoratori e lavoratrici con le previsioni sulla misura della loro futura pensione, ancorché approssimative.
Prevedere oggi l’età di pensionamento degli anziani di domani nel sistema previdenziale contributivo – in cui la misura della pensione è il risultato dei contributi versati suddivisi per il numero degli anni in cui si prevede di goderla (aspettativa di vita media) – è infatti un’operazione molto approssimativa poiché la misura finale della pensione dipenderà da molti fattori, alcuni dei quali assolutamente imprevedibili.
Ciò non toglie che sia importante che l’Inps aiuti ad accendere i riflettori sul tema e fornisca tutte le informazioni del caso, anche se è bene farlo senza inutili slogan allarmistici. I 75 anni annunciati come possibile età pensionabile per la generazione 80 fanno parte appunto degli slogan allarmistici.
Il cuore del problema, l’unica garanzia per i ragazzi di oggi è in primo luogo il lavoro stabile: l’obiettivo cioè del jobs act e della decontribuzione per le assunzioni.
Sappiamo bene che per creare lavoro poi servono investimenti ed è per questo che continuiamo con l’Europa una battaglia che è anche culturale e di visione sul futuro e sulla crescita. Infine per creare maggiore occupazione bisogna anche sbloccare e svecchiare il mondo del lavoro attuale, reso immobile dall’innalzamento drastico dell’età pensionabile attuato dalla legge Fornero, che va cambiata.
Le modifiche già realizzate (salvaguardia lavoratori esodati, eliminazione delle penalizzazioni per pensione anticipata, part- tiene in uscita), che si aggiungono ad altre misure di carattere previdenziale contenute sempre nella legge di stabilità 2016 (proroga opzione donna, cumulabilità del riscatto degli anni di laurea e di congedo parentale ai fini previdenziali, allargamento della notax area per i pensionati) partono da un presupposto chiaro, cioè contengono un giudizio: la legge Fornero, certo fatta in tutta fretta in un momento difficile, ha provocato ingiustizie che vanno sanate.
Così come va sanata un’altra iniqua eredità del 2010, in questo caso dovuta a un provvedimento del governo Berlusconi che trasformò in onerose, cioè a pagamento, le ricongiunzioni di contributi. La decisione venne presa per evitare che le lavoratrici del pubblico impiego, cui era stata innalzata prima che nel settore privato l’età per andare in pensione, ricongiungessero la loro posizione presso l’Inps, utilizzando quindi per andare in pensione le regole Inps in quel momento più favorevoli.
Nel Documento di economia e finanza, approvato la scorsa settimana, è scritto l’impegno del Governo per intervenire sulle regole , rigide, di uscita dal mondo del lavori: la flessibilità appunto. Che perciò si farà.
Proposta di legge: Mariani ed altri: Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque (A.C. 2212-A)
La tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e la loro gestione, secondo criteri di sostenibilità, efficienza, economicità e solidarietà, sono elementi che indicano il livello di maturità di una nazione e la sua capacità di corrispondere ai propri cittadini in termini di servizi appropriati, al fine di preservare l’integrità e la qualità della risorsa idrica nel presente e per il futuro. Con questa legge viene riordinato il quadro normativo in materia di tutela, pianificazione gestione creando le condizioni perché si facciano finalmente gli investimenti necessari e urgenti a garantire il ciclo dell’acqua. Ai Comuni che costituiscono gli ambiti di governo d’ambito viene garantita la piena titolarità della scelta del modello di gestione e della forma di affidamento del servizio idrico, naturalmente nel quadro previsto dall’ordinamento europeo, che ammette le tre forme: pubblica, mista e privata. Non c’è stato nessun tradimento del referendum del 2011 che – come ha ricordato la responsabile ambiente del PD Chiara Braga – cancellava due norme del Governo Berlusconi: l’obbligo della privatizzazione della gestione del servizio idrico e la remunerazione del capitale a carico della tariffa; quel referendum non prevedeva in alcun modo l’obbligo di ripubblicizzazione del servizio. Con alcuni emendamenti del Gruppo PD sono introdotti diversi strumenti di tutela delle fasce sociali più deboli, garantendo a tutti i cittadini il diritto all’acqua: è stato fissato un quantitativo minimo vitale giornaliero di acqua potabile per persona, prevedendo che l’erogazione dei primi 50 litri sia gratuita e garantita anche in caso di morosità e assicurando il recupero dei minori introiti sulla tariffa a partire dal consumo eccedente i 50 litri, secondo un criterio di progressività e di incentivazione al risparmio della risorsa idrica. Si è affidata all’ Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEGGSI) la definizione di criteri e modalità di individuazione dei soggetti a cui i gestori non possono sospendere l’erogazione dell’acqua per morosità, sulla base dell’ISEE. Viene posta attenzione anche a misure per garantire la trasparenza della bolletta evidenziando i dati relativi agli investimenti sulle reti per acquedotto, fognatura e depurazione e i parametri di qualità. Viene incentivata la diffusione della tele-lettura, anche al fine di garantire il diritto all’erogazione del quantitativo minimo vitale. Creazione di una banca dati accessibile al pubblico sul servizio idrico integrato in linea con la strategia nazionale di open government e open data. Istituzione di un fondo di solidarietà internazionale destinato a progetti di cooperazione. I Comuni, infine, dovranno incentivare gli esercizi commerciali a servire ai clienti acqua potabile da rubinetto. Approfondisci qui Dossier_Acquapubblica
Proposta di legge: Pes ed altri: Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza (A.C. 3450)
Ghilarza è un piccolissimo centro in provincia di Oristano, la casa dove una volta stavano i Gramsci, come ricorda Giuseppe Fiori proprio nella biografia dedicata ad Antonio Gramsci. Quella casa di pietra lavica rossastra a un piano è nel centro di Ghilzana, al numero 57 di Corso Umberto I. In quella casa, in quel piccolo centro dove i Gramsci si trasferirono dopo gli sconvolgimenti familiari che ne toccarono la serenità familiare e la stabilità economica, il giovane Nino formò la sua personalità. Quella casa ormai da tempo è adibita a museo e centro di documentazione e ricerca, proprio con lo scopo di favorire la migliore e più ampia conoscenza del pensiero e dell’opera gramsciana. Con l’approvazione della proposta di legge si fa di questo centro di documentazione un museo nazionale. Un riconoscimento chiaro che il valore di quel museo e del pensiero di chi in quelle stanze ha vissuto, studiato, pensato deve rappresentare per questo Paese.