Premessa
In questa settimana la Camera ha votato un importantissimo disegno di legge in prima lettura sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati, uno sulla qualità dei prodotti cosmetici made in Italy e diverse mozioni.
Ma l’attenzione mediatica si è concentrata sull’arrivo in aula della proposta di legge dei deputati del Movimento 5 stelle sul dimezzamento dell’indennità parlamentare. Proposta accompagnata dalla convocazione di una manifestazione davanti a Montecitorio, pochissimo partecipata, dalla presenza di Beppe Grillo sugli spalti per assistere al lavoro d’aula, da una forte attenzione mediatica, insomma da molto clamore e da un’esasperazione dei toni senza precedenti, tanto da arrivare ad un atto di aggressione fascista ai danni della deputata del Pd Alessia Morani fuori dalla Camera, da parte di alcuni militanti del Movimento 5 stelle.
Il dubbio che l’enfasi posta dai pentastellati fosse dovuta alla necessità di trovare argomenti per sostenere il No al referendum sulla riforma costituzionale o per coprire le polemiche, interne e esterne, sui rimborsi stratosferici di Luigi Di Maio, è un dubbio legittimo. Alimentato dal rifiuto altrettanto paradossale di accettare un confronto nel merito su un argomento così serio come è quello dei costi della politica e della democrazia. Insomma “buttarla in caciara” e alimentare discredito e rabbia, questa la strada seguita da Grillo.
Ma andando oltre gli slogan dietro cui si nasconde il M5s emerge una questione di merito seria: la credibilità della politica passa anche dal ridimensionamento dei suoi costi. Che è la convinzione che ha ispirato sia l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti fortemente voluta dal partito democratico – con un risparmio dal prossimo anno di più di 450 milioni – che le scelte di risparmio dei costi di gestione della Camera, risparmi che ad oggi ammontano a 300 milioni. Tutte scelte rispetto alle quali il M5s ha votato contro, nella logica del “ben altrismo”.
Così come è evidente che, la nuova riforma costituzionale su cui i cittadini sono chiamati ad esprimersi il 4 Dicembre, che ha l’obiettivo di rendere efficace la nostra democrazia e avvicinarla alle democrazie europee, come effetto indotto avrà anche risparmi notevoli. Attraverso la diminuzione del numero dei parlamentari, l’eliminazione del Cnel, la riduzione dei costi che deriverà dal legame tra indennità dei consiglieri regionali e sindaco del capoluogo di regione e ancora da quelli delle eliminazione delle provincie e dal nuovo riparto di competenze tra stato e regioni. Si tratta di circa 500 milioni, non certo i 50 di cui qualcuno parla facendo riferimento ad un conto che la Ragioneria dello stato ha fatto nell’estate del 2014 comprendendo soltanto l’eliminazione delle indennità dei senatori e del Cnel.
La proposta del M5S non entra nel merito della questione: propone un dimezzamento dell’indennità attuale da 5 mila euro a 2500 e strizza l ‘occhio sul meccanismo dei rimborsi su cui si propone di seguire il loro metodo: ipocrisia pura. Ciascun deputato grillino oggi pubblica sul sito del movimento l ‘elenco delle spese sostenute, ma in modo per così dire forfettario , molto molto poco chiaro e spesso paradossale (nello stesso periodo sono computati i costi per l’affitto della casa a Roma e dell’albergo sempre a Roma). Non si entra nel merito né della qualità del lavoro parlamentare nè della sua funzione di rappresentanza, né di come rendere quell’esercizio di rappresentanza più efficace e funzionale, nè del rapporto tra retribuzione e lavoro svolto: non era e non è nell’interesse dei proponenti. Eppure è proprio questo il tema. Il lavoro parlamentare è una funzione che onora chi la svolge, a cui nel tempo è stata collegata una indennità perché esercitarla non fosse possibile solo alle persone più ricche, che oggi ha bisogno di essere ri-legittimata insieme alla funzione dei partiti: la democrazia ha bisogno dell’una e dell’altra e ha bisogno della politica, della costruzione cioè di soluzioni ai problemi sulla base di valori e visioni.
Sull’argomento il Partito Democratico ha proposto il ritorno in commissione per una discussione più seria sulla base di una visione e una proposta diversa: dal legare la retribuzione del parlamentare alla presenza, all’analisi delle buone pratiche europee (parlamento di Strasburgo, francese, tedesco ecc…) in cui i servizi che permettono di svolgere al meglio l’attività vengono forniti direttamente dall’istituzione. In un odg a mia prima firma presentato questa estate alla legge di bilancio si chiede, ad esempio, di far assumere i collaboratori dei deputati direttamente dalla Camera dei deputati: per evitare abusi, per valorizzare competenze e qualità, per realizzare un meccanismo trasparente e chiaro, per coerenza tra il dire e il fare sulla qualità del lavoro dei giovani.
Proposta di legge: Zampa ed altri: Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati (A.C. 1658-A)
La proposta di legge AC 1658 (d’iniziativa dell’on. Sandra Zampa e altri), approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati il 26 ottobre 2016, introduce una disciplina unitaria organica relativa ai minori stranieri non accompagnati, rafforza gli strumenti di tutela garantiti dall’ordinamento e cerca di assicurare maggiore omogeneità nell’applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale. Il provvedimento votato dal PD con la maggioranza, Sinistra Italiana, M5S e altri, ha avuto l’astensione di Forza Italia e il no di Lega e Fratelli d’Italia e altri. Ora la proposta passa al Senato per il traguardo definitivo. Si tratta di una proposta frutto di un percorso intenso e complicato che ha richiesto un nuovo testo base a causa di novità legislative nel frattempo intervenute (la direttiva 2013/33/UE e il decreto legislativo n. 142 del 2015). E molto atteso da associazioni, agenzie umanitarie e da Sindaci e amministratori, in particolare quelli più virtuosi e sensibili. Ma soprattutto un provvedimento per quei bambini e ragazzi che, senza genitori cercano una salvezza o sono messi dalle famiglie su un barcone come ultima possibilità per fuggire da guerre, fame, violenze. O per chi minore, e già segnato dalla vita, lascia il suo paese per trovare la libertà e sogna di mettere a frutto il suo talento. Arrivano, a seconda delle ondate, da Egitto, Afghanistan, Siria, Nigeria, Eritrea, Somalia, Corno d’Africa, e altre terre. Oggi in Italia sono poco meno di 20.000, comunque non un’invasione. Di loro oltre 6 mila risultano irreperibili, scomparsi nel nulla, e dietro quel nulla agiscono strutture criminali, schiavitù sessuali, prevaricazioni che possono essere contrastate solo con il riconoscimento di un pieno diritto alla tutela e alla protezione. Il nostro Paese, con questa proposta, può fare da apripista e scuotere anche così un’Europa che rischia di smarrire la propria civiltà e la propria saggezza nel lasciare sole l’Italia e la Grecia come frontiere di accoglienza, di diritti umani e dialogo. Le norme si ispirano a principi (il testo si richiama alla Costituzione col valore assoluto della persona, alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, alla Carta europea dei Diritti della Persona). Si fanno carico della concretezza nel non lasciare all’emergenza, alla volontà o possibilità del sindaco o del governo di turno la discrezionalità di programmi e investimenti per i minori senza famiglia. Della trasparenza e di precise responsabilità dei soggetti competenti e delle strutture. Ed è quindi in considerazione della condizione di maggiore vulnerabilità che la proposta approvata alla Camera sancisce che i minori stranieri non accompagnati, a prescindere dall’intenzione di richiedere protezione internazionale, sono titolari dei diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori cittadini italiani o dell’Unione europea e hanno, pertanto, il diritto di accedere al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Così pure è stato introdotto il principio generale del divieto di respingimento alla frontiera e la priorità assicurata all’interesse superiore del minore nella gestione di servizi dedicati all’infanzia per la prima accoglienza, nonché nelle nuove procedure per l’identificazione e l’accertamento dell’età del minore straniero non accompagnato. Sono state modificate le norme relative alle indagini familiari prevedendo l’attivazione immediata di tali indagini e introducendo un criterio di preferenza in base al quale, qualora siano individuati familiari idonei a prendersi cura del minore straniero non accompagnato, tale soluzione deve essere preferita al collocamento in comunità e individuati criteri precisi da rispettare nell’assegnazione delle strutture di lungo periodo. Si inseriscono regole sui tutori. Si sottolinea il ruolo dell’affido. Vengono inoltri rafforzati, tra gli altri, alcuni dei diritti riconosciuti ai minori stranieri non accompagnati quali il diritto alla salute, all’istruzione, all’ascolto durante i procedimenti che li riguardano, ad una protezione speciale per i minori più fragili vittime di tratta, richiedenti protezione internazionale e minori coinvolti in attività illecite. Si richiama il ruolo della cooperazione nei Paesi di origine anche per ribadire la sfida infinita per il riconoscimento dei diritti umani universali in ogni angolo della terra. Approfondisci qui
Proposte di legge: Realacci ed altri; Abrignani; Realacci ed altri: Disposizioni concernenti il marchio italiano di qualità ecologica dei prodotti cosmetici (A.C. 106-2812-3852-A)
La proposta di legge sulla cosmesi sostenibile, approvata all’unanimità alla Camera dei deputati il 25 ottobre e che ora passerà al Senato, vuole garantire maggiori tutele per l’ambiente e per la salute dei consumatori, introducendo nuovi strumenti di trasparenza garantiti dalle istituzioni pubbliche e in linea con quanto previsto nei paesi europei più avanzati.
Si istituisce il marchio italiano di qualità ecologica che sarà rilasciato a quei prodotti che risponderanno ad oggettivi parametri qualitativi sulla composizione e sul ciclo produttivo. Inoltre, si introduce il divieto, a partire dal 1° gennaio 2020, della commercializzazione di cosmetici contenenti microplastiche, che sono pericolosissime per l’ecosistema marino. Grazie a questa legge, l’Italia diventa il primo paese europeo ad avere assunto questa scelta.
Il provvedimento va nella direzione di una maggiore tutela dell’ambiente, della pelle e della salute delle persone, riconosce la scelta consapevole dei cittadini, sempre più sensibili alle tematiche ambientali e alla loro salute, e interviene in un comparto molto importante per l’economia italiana. Il nostro paese, infatti, è all’avanguardia nella produzione dei cosmetici, un primato conquistato grazie agli investimenti di questi anni in ricerca e innovazione. Approfondisci qui
Mozioni Nicchi ed altri n. 1-01395, Grillo ed altri n. 1-01398, Binetti ed altri n. 1-01399, Rondini ed altri n. 1-01400, Brignone ed altri n. 1-01402 e Palese ed altri n. 1-01403 sulla salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale e sulle politiche in materia di salute
Come preannunciato nel DEF, il Fondo sanitario nazionale cresce di 2 miliardi di euro, arrivando quest’anno, per il 2017, a 113 miliardi di euro. Queste risorse, che certo non sono mai sufficienti rispetto alle esigenze e alla situazione della nostra popolazione, sono risorse significative in aumento. E’ stato inoltre riconfermato un nuovo stanziamento per il fondo per i farmaci innovativi ( di 500 milioni di euro). Dopo quindici anni di attesa ci siano i nuovi LEA e dopo diciannove anni di attesa c’è un nuovo nomenclatore tariffario, questi sono elementi positivi che segnano un ulteriore investimento nel Servizio sanitario nazionale. Il problema maggiore sta nella frammentazione creata dai ventuno sistemi regionali, con prestazioni fin troppo differenti. La riforma costituzionale, alla lettera m) dell’articolo 117 recita: «disposizioni generali e comuni in materia di salute». Con la riforma costituzionale si fa un passo avanti che riguarda anche la salute di tutti.
Mozioni Fedriga ed altri n. 1-01287, Dadone ed altri n. 1-01401, Andrea Maestri ed altri n. 1-01405, Carnevali, Binetti, Monchiero ed altri n. 1-01406 e Rampelli ed altri n. 1-01409 concernenti iniziative a sostegno dei cittadini colpiti dalla crisi economica, anche in relazione alle risorse attualmente destinate all’accoglienza dei migranti extracomunitari
E stata approvata la mozione che impegna il governo a proseguire nel rafforzamento degli strumenti di contrasto della povertà e del disagio sociale, a cominciare dal prossimo disegno di legge di bilancio, favorendo una rapida conclusione dell’iter parlamentare dell’esame del disegno di legge di delega che introduce il reddito minimo come misura nazionale fondata sull’inclusione attiva; a valutare l’opportunità di predisporre interventi di incentivazione, anche finanziaria, nei confronti delle amministrazioni comunali che aderiscono al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati; a valutare la possibilità di sperimentare, d’intesa con le amministrazioni comunali interessate, nuove forme di gestione dei servizi di accoglienza ed assistenza che vedano un maggiore coinvolgimento e la partecipazione più attiva dei migranti stessi; a rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori coinvolti in crisi aziendali nei settori e nei territori maggiormente colpiti dalla crisi economica; a potenziare, con adeguate risorse, gli interventi a favore delle politiche attive di ricollocamento e a favore dei centri per l’impiego, al fine di renderli sempre più efficaci nell’azione di sostegno ai disoccupati nella ricerca di occupazione. La mozione presentata inizialmente dalla Lega puntava sulla logica di contrapposizione fra contrasto alla povertà e misure per l’accoglienza dei migranti, logica che il Partito Democratico, ovviamente, respinge.