Premessa
La Camera dei deputati ha approvato la conversione in legge del DL 22 ottobre 2016, n. 193, noto come decreto fiscale. Il provvedimento, che contiene una serie di misure eterogenee, concorre con il disegno di legge di bilancio, cui è formalmente collegato, alla manovra di finanza pubblica, sia nella prospettiva del 2017 e degli anni successivi sia con riguardo al finanziamento di esigenze indifferibili relative al 2016. Le Commissione riunite V Bilancio e VI Finanze della Camera hanno approvato un testo profondamente modificato da un’intensa attività emendativa, testo su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.
Il decreto contribuisce in modo consistente alla manovra di bilancio in corso di attuazione, portando una dote iniziale di ben 4 miliardi e 260 milioni di euro per l’anno 2017. Tale dote nel corso dell’esame parlamentare è stata incrementata di 300 milioni di euro sempre per il 2017 e di 1 miliardo e 100 milioni di euro per l’anno 2018. Le maggiori entrate derivano da misure finalizzate a migliorare il rapporto tra lo Stato e il contribuente, attraverso un ruolo attribuito all’amministrazione fiscale che si sta evolvendo da mero ricevitore passivo di dichiarazioni fiscali, sottoposte a controlli successivi, a promotore della tax compliance dei contribuenti mediante l’acquisizione e la processabilità in tempo reale delle informazioni riguardanti le transazioni commerciali e i connessi pagamenti operati dalle aziende.
Il decreto abolisce, a decorrere dal 1° luglio 2017, Equitalia nella forma di società per azioni, facendo transitare le sue funzioni alla istituenda Agenzia delle Entrate-Riscossione, ente economico di diritto pubblico sottoposto all’Agenzia delle Entrate. Lo scopo è quello di rendere più vicina al contribuente l’attività di riscossione. Vengono eliminati sia le sanzioni che gli interessi di mora che avevano negli anni fatto lievitare gli importi delle cartelle esattoriali.
Sono inoltre aboliti gli studi di settore e lo spesometro. In particolari i primi sono sostituiti da indici di affidabilità fiscale, mentre in sostituzione dello spesometro si introducono una serie di misure per il recupero dell’evasione, a partire dalla comunicazione analitica dei dati riguardanti le fatture emesse e ricevute e le liquidazioni periodiche IVA.
Con la c.d. rottamazione delle cartelle esattoriali, si stabiliscono incentivi per la definizione in via transattiva delle controversie pendenti. Si riaprono inoltre i termini per la voluntary disclosure.
Si disegna un fisco più snello capace di sfruttare meglio la rete internet e gli strumenti informatici. Si abolisce il c.d. tax day, distribuendo le scadenze fiscali nel mese di giugno.
Il decreto stanzia risorse per il Fondo occupazione, per le missioni internazionali di pace, per l’ANAC, per il potenziamento della rete ferroviaria, per il settore agroalimentare e per le PMI, con particolare riferimento al microcredito. Si stabiliscono, infine, incentivi per i Comuni che accolgono migranti, per il settore del cinema e dell’audiovisivo, per il sostegno ai settori giovanili delle società sportive. Approfondisci qui