La legge di Bilancio sulla quale il governo ha chiesto la fiducia e che è stata approvata in prima lettura alla Camera tiene insieme equità e sviluppo. Si tratta di una scelta importante, l’unica che può portare l’Italia fuori dalla crisi, una strada diversa da quella percorsa da governi precedenti e perfino teorizzata dai governi tecnici con le conseguenze che conosciamo sulla vita delle persone e che siamo chiamati a correggere. L’equità per noi non è un tema di campagna elettorale ma un obiettivo politico che vogliamo perseguire con decisione.
La legge di bilancio, approvata alla Camera nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, contiene più risorse per il suo contrasto alla violenza oltre al congedo per le lavoratrici autonome vittime di violenza che si aggiunge a quello per le lavoratrici dipendenti già previsto nel Job act.
La manovra è ispirata alla stessa convinzione che ispira la nostra battaglia in Europa, perché superare l’austerità è la condizione per difendere l’Europa. Una battaglia che ci rende orgogliosi così come quella di gestire il fenomeno strutturale dell’immigrazione facendo prevalere l’umanità dell’accoglienza anche di fronte alle mancate risposte europee.
Abbiamo alle spalle gli anni pesanti della crisi economica da cui cominciamo a uscire. Il filo che lega la politica del governo è quello di intervenire sui nodi strutturali del paese: l’assenza di politica industriale, i mancati investimenti in ricerca e istruzione, la distanza tra nord e Sud, la bassa percentuale di occupazione femminile. L’abbiamo fatto con questa legge di bilancio, con le riforme fatte in questi anni, con il decreto fiscale, con i patti per il sud e le nuove misure per favorire l’occupazione dei giovani al Sud.
Questo il filo che percorre la legge di Bilancio dunque, una visione dello sviluppo del Paese e dell’equità come leva dello sviluppo. Da qui discendono gli interventi di politica industriale con gli investimenti per l’innovazione come l’industria 4.0, le norme contro la delocalizzazione dei call center e per la messa in sicurezza del territorio; le misure di equità, ciascuna delle quali ha una visione che le sostiene: dall’aumento delle pensioni minime con la la 14°, alla possibilità per le persone più fragili di andare prima in pensione ispirate all’idea che a lavori e condizioni diverse devono corrispondere età per la pensione diverse, all’aumento delle risorse contro la povertà, alle risorse per il finanziamento dei Lea in sanità, a quelle per consentire l ‘accesso a tutti agli studi universitari perché l’istruzione è la leva per cambiare, a quelle per premiare l’alternanza scuola lavoro, per il welfare aziendale, per sostenere la libertà di essere madri, al congedo obbligatorio per i padri a quelle per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.
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