Premessa
Questa settimana la Camera ha approvato un decreto legge per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento ad alcune aree del Mezzogiorno e una mozione per prevenire e contrastare la diffusione del citomegalovirus. Di seguito i dettagli.
Questa settimana dalle cronache siamo venuti a conoscenza di una notizia molto significativa: due imprenditori veneti hanno assunto una lavoratrice, Martina, all’8/9 mese di gravidanza. Qualcuno dice che in realtà sia un’operazione di marketing e che questi stessi imprenditori abbiano in passato non rispettato i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici alle proprie dipendenze. Gli imprenditori smentiscono. Rimane il fatto che l’assunzione di una donna all’8/9 mese di gravidanza (quindi che presto entrerà in maternità) è un fatto che deve essere commentato e apprezzato per la sua eccezionalità e sostenuto da politiche adeguate, in modo che possa diventare una normalità.
Per questo ho scritto loro una lettera aperta pubblicata sull’Huffington Post
Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno (A.C. 4200-A)
Il decreto-legge n. 243 del 2016 recante “Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno”, approvato l’8 febbraio 2017 in prima lettura dalla Camera dei deputati, prevede misure che contemperino le esigenze di tutela occupazionale con quelle di salvaguardia ambientale e di prevenzione e monitoraggio della vivibilità, con particolare attenzione verso i soggetti più deboli. Come sottolineato nel corso del dibattito parlamentare, il decreto è stato un po’ impropriamente chiamato “Decreto Mezzogiorno”. E’ del tutto evidente infatti che questo è un provvedimento che si occupa innanzitutto di alcune vicende complesse e importanti di alcune aree del Mezzogiorno che richiedevano appunto, interventi di urgenza. Ma la discussione su un tema così complesso e così importante come quello dello sviluppo di queste aree del nostro Paese non può chiaramente esaurirsi nell’ambito e nel perimetro di un decreto. La vicenda delle aree del Mezzogiorno resta infatti un tema da porre al centro dell’agenda politica e si deve sviluppare in altri ambiti e con altri strumenti. D’altronde, il decreto si colloca all’interno di una politica più generale per il Mezzogiorno che ha preso forma con il masterplan del Governo Renzi, attraverso il quale si sono definiti positivamente la costruzione, la firma e l’attivazione dei “Patti per il Sud” firmati con le 8 Regioni e le 7 Città metropolitane del Mezzogiorno, a cui va aggiunto il contratto istituzionale di sviluppo della Città di Taranto. Si tratta di risorse per infrastrutture, ambiente, cultura, coesione sociale, promozione di attività economiche e agricoltura. Tornando al contenuto del decreto, con la sua approvazione, si mette quindi un tassello importante su alcune questioni, principalmente di carattere ambientale. Tra gli aspetti di particolare rilievo vi è, solo per citarne alcuni, il rafforzamento del credito d’imposta per le imprese del Sud, gli interventi per l’Ilva e per la popolazione dell’area di Taranto, la destinazione ai Comuni dei beni confiscati alle aziende mafiose. Approfondisci qui
Mozioni Vezzali, Valiante, Calabrò, Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-01412, Rondini ed altri n. 1-01495, Palese ed altri n. 1-01496, Binetti ed altri n. 1-01497, Amato ed altri n. 1-01498, Brignone ed altri n. 1-01499, Gullo ed altri n. 1-01500, Vargiu ed altri n. 1-01501 e Nicchi ed altri n. 1-01502 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare la diffusione del citomegalovirus
Il citomegalovirus appartiene alla famiglia degli Herpes virus; è molto diffuso, circa il 60-70 per cento della popolazione pediatrica in età scolare viene infettata e viene quindi anche immunizzata, però la trasmissione può avvenire anche in età adulta, anche perché l’uomo è il serbatoio del virus. Il virus vive nelle secrezioni, nella saliva, nelle urine, nel liquido seminale, nella secrezione vaginale. La rilevazione, dal punto di vista delle analisi di laboratorio, ha come obiettivo di investigare sulla presenza delle immunoglobuline G, quando l’infezione è datata nel tempo, o delle immunoglobuline M, quando l’infezione è in fase acuta, così come importante è l’indice di avidità, perché dà, anche se non con certezza, la data presunta dell’infezione. Ci sono delle categorie a rischio, parliamo dei politrasfusi, dei trapiantati, di coloro i quali sono sottoposti a terapie oncologiche, degli immunodepressi, coloro i quali hanno l’AIDS; su questi, che presentano patologie legate all’infezione da citomegalovirus, sappiamo che si possono approntare delle terapie, ma la vera categoria a rischio è quella relativa all’infezione in gravidanza. La presenza del citomegalovirus nel primo mese di gravidanza spesso porta all’aborto, perché sappiamo che questo virus ha una forte azione citolitica, quindi interviene nell’organogenesi e pertanto si ha un’incompatibilità con la vita. Quando invece l’infezione avviene nella prima parte della gravidanza, quindi non nel primo mese, siamo davanti ad una gravidanza a rischio, ad un’infezione primaria della madre e ad una infezione congenita del feto, perché il virus passa dalla madre al feto per via placentare. Bisogna dunque informare, riprendere una politica di sostegno ai consultori, così come promuovere una attività per una prevenzione seria, soprattutto nei luoghi dove si concentrano i bambini, dove c’è una possibilità di diffondere questo virus per le secrezioni che vengono lì prodotte.