Premessa
Questa è stata una settimana particolarmente importante per il lavoro parlamentare: oltre ad un disegno di legge per il riordino del sistema nazionale della protezione civile, è stato approvato in seconda lettura il Ddl sul lavoro autonomo e sul lavoro agile che contiene in sintesi un diverso approccio al lavoro autonomo e 3 novità molto significative che allargano i diritti delle persone e aprono nuove opportunità:
– nuovi diritti per le lavoratrici e lavoratori che fanno un vero lavoro autonomo, dalla formazione, alla maternità, alla malattia
– nuova modalità di svolgimento del lavoro dipendente reso possibile dalla tecnologia e cioè lo Smart working che consente di svolgere i lavori in parte in azienda e in parte fuori di essa (a casa) con
regole e tutele.
-viene resa strutturale l’indennità di disoccupazione per i collaboratori e viene estesa anche agli assegnisti di ricerca.
Altra importante notizia della settimana: al Senato è stata approvata in via definitiva la legge delega contro la povertà che stanzia circa 2 miliardi per il 2017 e per il 2018 per combattere la povertà assoluta e istituisce la prima misura nazionale di contrasto ad essa: il reddito di inclusione (fino a 480 euro) condizionato all’accettazione di percorsi di reinserimento lavorativi e sociali.
Arriverà a 400000 famiglie e 1770000 persone e prioritariamente alle famiglie con bambini.
In ultimo è stato completato in Commissione lavoro della Camera il primo iter della legge, a mia prima firma, per rendere tracciabili le buste paga e impedire l’abuso diffuso di consegnare una busta paga regolare e una retribuzione in contanti di molto inferiore. Ora il testo passa alle altre commissioni per raccogliere i pareri.
Insomma, quando si dice la buona politica, oltre la retorica e le parole.
Testo unificato delle proposte di legge: Braga ed altri; Segoni ed altri; Zaratti e Pellegrino: Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile (A.C. 2607-2972-3099-B)
L’Italia, come è noto, è un Paese molto fragile sotto il profilo geologico: ai rischi naturali aggravati da sempre più frequenti fenomeni indotti dai cambiamenti climatici in atto, si sommano purtroppo incuria, abbandono, abusivismo, consumo irrazionale del suolo. Sempre più frequentemente si verificano calamità naturali e disastri aggravati dal peggioramento delle condizioni del territorio e dall’insufficienza delle politiche strutturali di prevenzione. Ai costi elevatissimi in termine di vite umane si sommano perdite economiche e sociali insostenibili cui occorre corrispondere, oltre che con misure finanziarie adeguate e programmabili, anche con organizzazione e pianificazione della prevenzione. È una questione di rilevanza sociale, ma anche economica: dal dopoguerra a oggi oltre a migliaia di vittime, il costo dei danni provocati da frane, alluvioni e terremoti è stimato nella spaventosa cifra di 240 miliardi di euro. Le risorse necessarie per fronteggiare gli effetti causati da questi eventi tendono ad aumentare di anno in anno, superando di gran lunga i costi che sarebbero necessari per limitare il rischio e contenere i danni.
Di fronte a tutto questo, la protezione civile è l’insieme delle attività messe in campo per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni che derivano dalle calamità: previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, soccorso delle popolazioni colpite, contrasto e superamento dell’emergenza e rimozione degli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita delle popolazioni colpite. La protezione civile non è un compito assegnato a una singola amministrazione, ma è una funzione attribuita a un sistema complesso: il Servizio nazionale della protezione civile. Istituito con la legge n. 225 del 1992, il Servizio nazionale ha come sue componenti le amministrazioni centrali dello Stato, le Regioni e le Province autonome, le Province, i Comuni e le Comunità montane. Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le Forze armate, le Forze di polizia, il Corpo forestale dello Stato, la comunità scientifica, la Croce rossa Italiana, le strutture del Servizio sanitario nazionale, le organizzazioni di volontariato, il Corpo Nnazionale di soccorso alpino e speleologico ne costituiscono le strutture. Il complesso sistema di competenze trova il suo punto di sintesi nelle funzioni di indirizzo e coordinamento affidate al Presidente del Consiglio dei ministri, che si avvale del Dipartimento della protezione civile.
La delega approvata vuole rafforzare questo sistema ed ha tra i suoi fondamentali obiettivi, come ha sottolineato la relatrice alla Camera Raffaella Mariani, del Partito democratico, quelli “di migliorare l’operatività del sistema nel suo complesso, di esplicitare e rendere chiari compiti e responsabilità, di organizzare e condividere misure di prevenzione concrete ed omogenee sul territorio nazionale, di coinvolgere in maniera sistematica comunità scientifica e professioni”. Si procede così a riordinare il quadro normativo di riferimento, semplificandolo e rendendolo più chiaro ed efficace, ricercando la maggior coerenza possibile tra gli strumenti nazionali e regionali, garantendo certezza e omogeneità nelle risposte concrete date alle comunità colpite, valorizzando l’indispensabile apporto del volontariato organizzato e del sistema della protezione civile, mantenendo lo standard di eccellenza riconosciuto al nostro Paese in tutta Europa. Approfondisci qui
Disegno di legge: S. 2233 – Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (A.C. 4135-A); e delle abbinate proposte di legge: Mosca ed altri; Ciprini ed altri; Ciprini ed altri; Mucci ed altri; Gribaudo ed altri (A.C. 2014-3108-3120-3268-3364)
La Camera ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge del Governo “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”. Nell’arco di questa legislatura, è stata dedicata una specifica attenzione ai temi del lavoro e, in particolare, ai bisogni e alle istanze di un universo complesso e troppo spesso trascurato, quale quello del lavoro autonomo. Tra le iniziative legislative adottate c’è in primo luogo l’impegno costante a congelare l’incremento dell’aliquota contributiva dovuta dai lavoratori con partita IVA iscritti alla gestione separata dell’INPS, che avrebbe dovuto raggiungere, a regime, il 33% in attuazione della Legge Fornero. L’impegno del Parlamento e del Governo, con la legge di bilancio 2017, ha invece stabilizzato l’aliquota al 25 per cento, un dato molto importante per questi lavoratori e a lungo richiesto. Sempre nell’ambito delle ultime manovre di bilancio, novità di rilievo sono venute anche con le misure relative al cosiddetto regime dei minimi e al progressivo superamento degli studi di settore. Per altro verso, non si possono dimenticare gli sforzi compiuti per la proroga dell’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi, la Dis-Coll, istituita in via sperimentale in attuazione della delega relativa al cosiddetto Jobs Act, che sarà stabilizzata ed estesa agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca al momento dell’approvazione definitiva di questo disegno di legge. A completamento di questi interventi, arriva quindi il disegno di legge approvato oggi, o meglio lo statuto del lavoro autonomo, con il quale si afferma l’esigenza di protezioni sociali più ampie e di garanzie rispetto a contraenti economicamente più forti per tutti i lavoratori, a prescindere dal carattere subordinato del rapporto di lavoro. Si tratta di un provvedimento molto atteso che si pone l’obiettivo di ridurre il dualismo dell’attuale mercato del lavoro italiano dotando, finalmente, il mondo del lavoro autonomo dei presidi e delle tutele che fino ad oggi hanno caratterizzato in modo organico solo la platea dei lavoratori dipendenti. Entrando nel dettaglio, il provvedimento, già esaminato dal Senato, si compone di due insiemi di norme complementari volte, da un lato, ad introdurre un sistema di interventi che assicuri un complessivo rafforzamento delle tutele sul piano economico e sociale per i lavoratori autonomi e, dall’altro, a sviluppare, all’interno dei rapporti di lavoro subordinato, modalità flessibili di esecuzione delle prestazioni lavorative (cosiddetto lavoro agile o smart working), allo scopo di promuovere l’incremento della produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Approfondisci qui