Premessa
Nella settimana dal 12 al 16 Giugno la Camera ha approvato la riforma del processo penale (vedi di seguito).
Ma il Parlamento è stato sulla prima pagina dei giornali per la gazzarra inqualificabile che è stata messa in scena dalla Lega in Senato all’arrivo in aula della discussione sullo “ius soli”. Quello che è successo merita più considerazioni politiche oltre a quelle sui comportamenti inqualificabili dei senatori della Lega.
– La prima considerazione è necessaria per dire di che parliamo. E parliamo appunto dell’acquisto della cittadinanza italiana da parte di bambini: per nascita (c.d. ius soli, cioè diritto legato al territorio) e in seguito ad un percorso scolastico (c.d. ius culturae cioè diritto legato alla istruzione).
In particolare, acquisterebbe la cittadinanza per nascita chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno titolare del permesso di soggiorno UE di lungo periodo.
L’acquisterebbe anche il minore straniero, nato in Italia o che vi è arrivato entro il dodicesimo anno di età, che abbia frequentato regolarmente la scuola per almeno cinque anni e concluso un ciclo scolastico.
Chi è contrario, dalla Lega al M5stelle, è contrario a questo cioè a un ius soli condizionato diverso dallo ius soli che per esempio esiste in America che riconosce la cittadinanza a chi semplicemente nasce in territorio americano.
Attualmente in Italia esiste lo ius sanguinis (diritto di sangue) cioè è riconosciuta la cittadinanza italiana a chi nasce da genitori di cui almeno uno è cittadino italiano o a chi è nato in Italia e vi ha risieduto continuativamente dalla nascita fino a 18 anni.
– Il M5stelle ha scelto di inseguire la Lega per mandare segnali politici chiari. Nella stessa direzione sono le dichiarazioni più recenti (successive al flop delle amministrative) dei suoi laeders e i post sul blog di Grillo su migranti e rom. Hanno scelto cioè di investire politicamente sulla paura.
– Stiamo parlando di una legge di civiltà che consente a quei bambini che sono in classe con i nostri figli, giocano con loro, studiano con loro, di essere ciò che già sono e si sentono: italiani.
– la condizione necessaria per una politica efficace di sicurezza si deve accompagnare ad una politica di integrazione. Che comincia dai bambini.
Insomma parliamo di una legge di civiltà ed equilibrata, utile a tutto il Paese.
Progetto di legge: S. 2067-1844-2032-176-209-286-299-381-382-384-385-386-387-389-468-581-597-609-614-700-708-709-1008-1113-1456-1587-1681-1682-1683-1684-1693-1713-1824-1905-1921-1922-2103-2295-2457 – D’iniziativa del Governo; Ferranti ed altri; Molteni ed altri; d’iniziativa dei senatori: Scilipoti Isgrò; Torrisi; Manconi ed altri; Compagna; Barani; Barani; Barani; Barani; Barani; Barani; Barani; Marinello ed altri; Compagna; Cardiello ed altri; Cardiello ed altri; Cardiello ed altri; Barani; Casson ed altri; De Cristofaro ed altri; Lo Giudice ed altri; Casson ed altri; Lumia ed altri; Lo Giudice ed altri; Giarrusso ed altri; Giarrusso ed altri; Giarrusso ed altri; Giarrusso ed altri; Ginetti ed altri; Campanella ed altri; Ricchiuti ed altri; Barani; Mussini ed altri; D’Ascola ed altri; Cappelletti; Ginetti; Bisinella ed altri: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario (A.C. 4368)
La legge, approvata alla Camera dei deputati in via definitiva, modifica in maniera definitiva l’ordinamento penale, sia sostanziale sia processuale, nonché l’ordinamento penitenziario.
Il provvedimento, approvato dal Senato in data 15 marzo 2017, è sostanzialmente il risultato della unificazione in un unico testo, oltre che di una pluralità di disegni di legge di iniziativa di senatori, di due progetti di legge già approvati dalla Camera: nel disegno di legge del Governo è stata innestata la proposta di legge, approvata il 24 marzo 2015.
Il provvedimento in esame è il risultato di un approfondito lavoro avviato tre anni or sono dalla Camera dei deputati e proseguito dal Senato, che affonda le proprie radici nei lavori di quattro Commissioni ministeriali di studio (le cosiddette Commissioni Riccio, Fiorella, Canzio e Giostra).
Sul piano del diritto sostanziale, oltre all’introduzione di una nuova causa di estinzione dei reati perseguibili a querela, a seguito di condotte riparatorie, il provvedimento interviene sulla disciplina di alcuni gravi reati contro il patrimonio, furto in abitazione e scippo, rapina ed estorsione, inasprendone il quadro sanzionatorio. Particolarmente significativa è poi la modifica alla disciplina della prescrizione. A questo proposito, si ricorda che l’Italia è stata da tempo messa in mora dall’OCSE per i ritardi nell’approvazione di una riforma della disciplina della prescrizione, volta a ridurre il rischio di vedere nei tre gradi di giudizio prescritti non solo delitti rilevanti ed odiosi, quali quelli in materia di corruzione, ma anche contravvenzioni, ad esempio come quelle in materia ambientale.
Il provvedimento, inoltre, attraverso un’ampia e dettagliata delega al Governo, interviene sul regime di procedibilità di alcuni reati, sulla disciplina delle misure di sicurezza, anche attraverso la rivisitazione del regime del cosiddetto doppio binario, e sul casellario giudiziario. Il testo contiene poi modifiche di natura processuale volte a velocizzare i tempi del processo con particolare riguardo alle impugnazioni. Si segnalano, in particolare, gli interventi concernenti: l’incapacità irreversibile dell’imputato di partecipare al processo; la disciplina dei tempi di chiusura delle indagini preliminari e del procedimento di archiviazione; la disciplina dei riti speciali, dell’udienza preliminare, dell’istruzione dibattimentale e della struttura della sentenza di merito; la semplificazione delle impugnazioni e la revisione della disciplina dei procedimenti a distanza. Il provvedimento conferisce al Governo deleghe specifiche e dettagliate in materia di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni – individuando, fra gli altri, anche puntuali criteri direttivi con riguardo alle operazioni effettuate mediante immissione di captatori informatici (c.d. Trojan) limitate a reati particolarmente gravi – e per la riforma dell’ordinamento penitenziario attraverso, fra gli altri, la revisione dei presupposti di accesso alle misure alternative e ai benefici penitenziari, l’incremento del lavoro carcerario, la previsione di specifici interventi in favore delle donne recluse e delle detenute madri. Sono altresì previste misure importanti relative alle intercettazioni. Approfondisci qui