Nota sui lavori parlamentari settimana dal 10 al 14 Luglio

By July 15, 2017 Lavoro parlamentare

Premessa
Questa settimana la Camera ha approvato un decreto su 2 banche venete, la Banca popolare di Vicenza e la Veneto Banca, di cui più avanti il dettaglio.
È però importante sottolineare in premessa che il titolo “Salvabanche” con il quale è stato indicato il decreto non dà il senso del suo contenuto che è il salvataggio di 200.000 imprese, di 2 milioni di risparmiatori, di 3 milioni di lavoratori e lavoratrici. E rispetto a questo obiettivo che va misurato il Decreto.
Le norme europee sulle crisi bancarie prevedono una procedura, il Bail-in, che esclude il ricorso a risorse pubbliche e il coinvolgimento nel salvataggio dei diversi soggetti secondo una gerarchia che va dagli azionisti ai correntisti sopra i 100000 euro. Applicarlo avrebbe avuto conseguenze drammatiche sui risparmiatori che il governo ha evitato. Prima immaginando una “nazionalizzazione provvisoria” delle 2 banche (la ricapitalizzazione precauzionale) come nel caso del Monte Paschi. Rispetto alla impossibilità di questa soluzione rigettata dall’Europa l’unica strada per evitare la dichiarazione di fallimento è stata la gara per la loro acquisizione che ha determinato in 5 giorni l’acquisto da parte di Banca Intesa con le modalità note.
La situazione di sofferenza delle 2 banche è sicuramente legata alla crisi, quella stessa che ha determinato effetti negativi sull’intero sistema produttivo e quindi creditizio. Ma una parte importante della verità è che le 2 banche sono state amministrate con politiche maldestre, spesso criminali e conniventi con una rete larga di interessi locali. La commissione d’inchiesta del settore bancario ha avuto in queste ore la firma del Presidente della Repubblica. Presto si insidierà e accompagnerà la magistratura nell’accertamento doveroso delle responsabilità di questa e di altre situazioni: parte essenziale del risanamento del sistema creditizio e del recupero di fiducia da parte dei risparmiatori e dei cittadini.

Colgo l’occasione per invitarvi alla terza edizione dell’iniziativa “Maternità libera scelta?”
Ecco il programma:

Vi ricordo che per partecipare è necessario accreditarsi scrivendo all’indiretto pd.relazioneesterne@camera.it. Per gli uomini è obbligatoria la giacca.

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A (A.C. 4565-A)

Il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti per la gestione della crisi di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A. in grado di assicurare:
• la massima tutela dei risparmiatori, correntisti e obbligazionisti ordinari;
• la continuità del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio, essendo stata garantita la piena continuità dei rapporti in essere;
• misure di ristoro per gli investitori titolari di obbligazioni subordinate, che saranno risarciti;
• la tutela dell’occupazione, nessun licenziamento e gestione solo volontaria degli esuberi;
• la continuità operativa degli uffici e degli sportelli delle banche, che sono rimasti regolarmente aperti e pienamente funzionanti.
La crisi dei due istituti è stata causata dalle carenze patrimoniali dovute agli elevati livelli di crediti deteriorati – un problema diffuso in Europa per il protrarsi degli effetti della crisi economica – e dalle difficoltà dei loro modelli di business, su cui la riforma (decreto-legge n. 3/2015)1 che ha disposto la trasformazione delle banche popolari ha, finalmente, posto rimedio.
Il dialogo fra il Governo e le autorità europee è stato molto intenso nel corso del 2017, con l’obiettivo di individuare la migliore soluzione per salvaguardare integralmente i risparmiatori. Ma, anche a causa dell’assenza di investitori privati disponibili a mettere a disposizione risorse, non è stato possibile attuare la ricapitalizzazione precauzionale. Il 23 giugno 2017 la Banca Centrale Europea ha dichiarato le due banche venete in condizione di dissesto, consentendo l’applicazione delle procedure di insolvenza nazionali.
Con il decreto legge n. 99 del 25 giugno 2017, il Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta della Banca d’Italia, ha quindi sottoposto le due banche a liquidazione coatta amministrativa. Il Governo ha però adottato una speciale procedura d’insolvenza finalizzata a garantire una gestione ordinata della crisi delle due banche.
Tali misure consistono anzitutto nella cessione di parte delle attività e passività delle due banche, ivi compreso il personale, a un acquirente, di fatto individuato in Intesa Sanpaolo. Gli asset delle due banche sono stati dunque affidati al più solido operatore nazionale, selezionato con una procedura – anche a parere della Commissione europea – aperta, equa e trasparente e che ha assicurato la vendita secondo la migliore offerta ricevuta. A Società per la gestione di attività S.p.a (SGA), il cui capitale è interamente posseduto dal Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), saranno ceduti i crediti deteriorati delle due banche; SGA si occuperà di massimizzarne il valore di recupero e i proventi di tale gestione saranno destinati interamente alle banche in liquidazione e dunque disponibili per soddisfare i creditori.
Le misure prevedono l’impiego di risorse pubbliche con iniezioni di liquidità pari a 4,8 miliardi di euro e garanzie fino ad un massimo di 12 miliardi di euro. L’operazione è conforme alla normativa europea e compatibile con le norme sugli aiuti di Stato.
L’intervento consentirà di rimuovere 18 miliardi di crediti deteriorati dal sistema bancario italiano, sostenendo così il suo consolidamento già intrapreso grazie alle numerose riforme approvate nel corso degli ultimi due anni.
È stato evitato il “bail in”, che avrebbe comportato un danno irreversibile per la nostra economia in termini di licenziamenti, sportelli chiusi, circa 100.000 piccole e medie imprese e duecentomila famiglie costrette a restituire per intero e subito i prestiti (per circa 26 miliardi, e ne sarebbero con tutta probabilità derivate diffuse insolvenze); non sarebbero inoltre stati garantiti i depositi di importo superiore ai 100.000 euro e le obbligazioni ordinarie, che avrebbero concorso alla copertura delle perdite delle due banche.
Il provvedimento in esame, oltre a tutelare tutti i risparmiatori, prevede che gli obbligazionisti subordinati siano ristorati per l’80 per cento a carico del Fondo di solidarietà istituito dalla legge di stabilità per il 2016 in occasione della messa in risoluzione delle “quattro banche”; il ristoro sarà integrale, come si è appreso nel corso della conferenza stampa del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 giugno 2017 e confermato successivamente dalle dichiarazioni del Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, con il restante 20 per cento a carico di Intesa Sanpaolo.
Il decreto è indispensabile per salvare i risparmi di 2 milioni di famiglie, il lavoro di circa 200.000 imprese, con l’occupazione di circa 3 milioni di persone, nonché con l’occupazione diretta del personale delle banche.

Nel corso dell’esame in sede referente è stato, infine, rifuso nel provvedimento in esame il contenuto del decreto-legge n. 89/2017. Detto provvedimento ha modificato la disciplina dell’intervento statale nelle procedure di risanamento e ricapitalizzazione degli istituti bancari recata dal decreto-legge 237/20162, intervenendo in particolare sulla normativa che concerne il riparto degli oneri di risanamento delle banche tra azionisti e creditori subordinati (c.d. burden sharing). Approfondisci qui

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