Premessa
Alla Camera questa settimana sono state approvate: una proposta di legge per la promozione delle imprese culturali e creative, una per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate e il rendiconto generale dell’amministrazione dello Stato; una mozione sui criteri di ripartizione del fondo di solidarietà comunale e alcune ratifiche. Di seguito il dettaglio.
In questa settimana si è tenuta la Conferenza della famiglia, un appuntamento importante e atteso da molto tempo. E’ stata l’occasione per una riflessione che non può più essere episodica (la conferenza non veniva convocata da diversi anni) né lasciata soltanto a una parte di mondo cattolico sensibile al tema. Occuparsi delle famiglie in Italia vuol dire molte cose: prima di tutto considerare i nuclei soggetti attivi e non soltanto passivi, come è stato ribadito più volte nel corso della conferenza. Vuol dire occuparsi di diritti e responsabilità dei suoi componenti, dei bambini che sono un bene comune e il cui interesse e benessere dovrebbe sempre essere tutelato in maniera prioritaria. Vuol dire occuparsi della libertà delle donne, delle responsabilità genitoriali, parlare di lavoro, scuola, di trasferimenti di risorse e sostegno economico. Vuol dire parlare di famiglie nella loro differenti forme, comprese a pieno titolo quelle composte da persone dello stesso stesso, le unioni civili, appunto, possibili con la legge varata in questa legislatura e quelle omogenitoriali.
Molte cose sono state fatte in questi anni sul piano dei diritti, delle responsabilità genitoriali, della creazione di occupazione stabile, dell’investimento sulla scuola e anche sul piano giuridico del cambiamento del diritto di famiglia. Molte altre bisognerà farne continuando nel solco tracciato.
In questo quadro si inserisce la proposta di legge che ho presentato in questi giorni alla Camera che punta ad abbattere i costi dei beni di prima necessità per l’infanzia, attraverso una riduzione dell’Iva dal 22% attuale al 5%. Un atto concreto per sostenere la genitorialità, basti pensare che, soltanto nel primo anno di vita del bambino, i genitori versano all’erario circa 1000 euro di imposte.
Pannolini, biberon, tettarelle, latte in polvere, omogenizzati ecc. hanno in Italia un costo esorbitante, che non ha pari in Europa. Questa spesa, che incide in maniera rilevante sul bilancio familiare, è determinata dalle imposte elevate presenti su questi prodotti, anche quando sono beni di prima necessità. Ridurre l’aliquota, portandola dal 22% al 5%, e quindi abbassare il costo dei prodotti per l’infanzia, è un aiuto per le famiglie e un ostacolo in meno per chi sta pensando di avere un figlio o di farne un altro.
Proposta di legge: Ascani ed altri: Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative (A.C. 2950-A)
La proposta di legge, approvata il 26 settembre 2017 alla Camera dei deputati in prima lettura, finalizzata a rafforzare e qualificare l’offerta culturale nazionale e a promuovere e sostenere l’imprenditorialità e l’occupazione, in particolare giovanile, mediante il sostegno alle imprese culturali e creative. Come sottolineato dalla relatrice Irene Manzi (PD), «ll nostro Paese è si quello che ha la massima densità di siti Unesco del mondo, dotato di un primato indiscusso dal punto di vista culturale, storico ed artistico, ma è anche quello che più deve dotarsi degli strumenti per far sì che questo potenziale identitario sia un volano forte per la crescita e lo sviluppo». Secondo il “Rapporto 2017 Io sono cultura” (Symbola – Fondazione per le qualità italiane), al sistema culturale e creativo si deve il 6 per cento della ricchezza prodotta in Italia, pari a circa 89,9 miliardi di euro; risorse a cui va aggiunto l’ulteriore effetto moltiplicatore che esso è in grado di produrre sul resto dell’economia, per un totale complessivo pari a quasi 250 miliardi di euro, dando lavoro a più di un milione e mezzo di persone.
Il testo è stato profondamente modificato durante l’esame in VII Commissione Cultura. Inizialmente nella proposta di legge Ascani ed altri si prevedevano modifiche al Testo unico della finanza1, volte all’introduzione del sistema del c.d. crowdfunding. Era stato anche immaginato un sistema di incentivi specifici per le c.d. start-up culturali. Nel corso dei lavori, tuttavia, si è preferito dare un respiro più ampio al provvedimento, concentrandosi su due aspetti: da un lato la definizione e le finalità delle imprese culturali e creative, dall’altro le facilitazioni per i locali per l’attività dell’impresa.
A questo riconoscimento si è giunti grazie ad un confronto costante con le istituzioni (a cominciare dal Ministero dei Beni Culturali) e con l’ampio e variegato mondo degli operatori della cultura e, in generale, di coloro che fanno della creazione, della produzione, dello sviluppo e della diffusione culturale la propria attività economica.
Il provvedimento passa ora al Senato per l’approvazione finale. Approfondisci qui
Ratifiche
Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale di Nagoya-Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010 (A.C. 3916-A); Ratifica ed esecuzione dei seguenti protocolli: a) Protocollo n. 15 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 24 giugno 2013; b) Protocollo n. 16 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 2 ottobre 2013 (A.C. 2801); e dell’abbinata proposta di legge: Schullian (A.C. 3132); Ratifica ed esecuzione dell’Atto di Ginevra dell’Accordo dell’Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno (A.C. 3083); S. 2027 – Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia sulla cooperazione transfrontaliera di polizia, fatto a Zagabria il 5 luglio 2011 (Approvato dal Senato) (A.C. 4224); S. 2207 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo recante modifiche alla Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica delle Filippine per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l’evasione fiscale del 5 dicembre 1980, fatto a Manila il 9 dicembre 2013 (A.C. 4227)
Testo unificato delle proposte di legge: Gadda ed altri; d’iniziativa popolare; Garavini ed altri; Vecchio ed altri; Bindi ed altri; Bindi ed altri; Formisano: Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate (A.C. 1039-1138-1189-2580-2737-2786-2956-B)
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva le modifiche al codice delle leggi antimafia. La legge ha avuto un iter molto complesso: nata da una proposta di iniziativa popolare di Cgil, Libera, ACLI, ARCI, Avviso pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Lega COOP, SOS Impresa, è stato poi affiancato da una proposta di legge che trae origine dal lavoro della commissione parlamentare Antimafia e da un disegno di legge del Governo del 2014: in questo modo il raggio d’azione del provvedimento è stato ampliato, tenendo conto anche dell’esito di una approfondita Relazione per la revisione organica del codice delle leggi antimafia (DOC. XXIII, n. 5) discussa in Aula.
Il testo unificato, approvato dalla Camera dei deputati a novembre del 2015, è stato oggetto di ulteriori modifiche durante l’esame al Senato della Repubblica.
Il provvedimento, in particolare, amplia i destinatari delle misure di prevenzione personali e patrimoniali agli indiziati del reato di assistenza agli associati e di associazione a delinquere finalizzata a numerosi reati contro la pubblica amministrazione e di terrorismo; assicura la trattazione prioritaria del procedimento di prevenzione patrimoniale; stabilisce il passaggio della competenza per l’adozione delle misure di prevenzione dal tribunale del capoluogo della provincia al tribunale del distretto; istituisce, in sede distrettuale, sezioni o collegi giudicanti specializzati per le misure di prevenzione; introduce limiti di eccepibilità dell’incompetenza territoriale e della competenza dell’organo proponente la misura; modifica la disciplina delle misure di prevenzione e revisione, quella dell’amministrazione giudiziaria; introduce una dettagliata normativa per il controllo giudiziario dell’azienda per assicurare la trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari; dispone in tema di sgombero e liberazione di immobili sequestrati e varie forme di sostegno volte a consentire la ripresa delle aziende sequestrate, la loro continuità produttiva e le misure a tutela dei lavoratori; revisiona la disciplina sulla tutela dei terzi di buona fede e riorganizza e potenzia l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, con competenza nell’amministrazione e destinazione dei beni solo dalla confisca di secondo grado; estende, infine, la c.d. confisca allargata e la sua assimilazione alla disciplina della confisca di prevenzione antimafia.
Come sottolineato dal relatore, Davide Mattiello (PD), «la democrazia vive soltanto attraverso un costante, paziente e tenace lavoro di bonifica delle sue infrastrutture portanti: la politica e l’economia. Con questa riforma si rendono più forti gli strumenti con i quali bonificare queste infrastrutture portanti e far vivere più a lungo e meglio la Repubblica italiana». Approfondisci qui
Mozioni Occhiuto ed altri n. 1-01687, Marchi ed altri n. 1-01705, Melilla ed altri n. 1-01708, Simonetti ed altri n. 1-01709, D’Incà ed altri n. 1-01710, Rampelli ed altri n. 1-01711, Tancredi e Bosco n. 1-01712 e Paglia ed altri n. 1-01713 concernenti iniziative in ordine ai criteri di ripartizione del fondo di solidarietà comunale, anche nell’ottica dell’attuazione della riforma del federalismo fiscale
“È stata la crisi a fermare la riforma della finanza locale avviata nel 2001 e attuata sul piano normativo nel 2009 con la legge n. 42, un progetto che aveva chiara l’ambizione di valorizzare una delle più importanti ricchezze che l’Italia ha ricevuto dalla sua storia, un asset competitivo eccezionale, che non ha eguali al mondo, cioè un vasto universo di comunità e di istituzioni locali e municipali riconosciuto dai cittadini, con radici storiche fortemente stratificate, base della democrazia repubblicana, front office quotidiano con i problemi reali delle famiglie e delle imprese.
È un progetto – si badi bene – fissato dalle norme costituzionali dentro un quadro di sostenibilità e di solidarietà in cui l’autonomia è strumento per un rapporto più stretto e valutabile tra cittadini e amministratori e lo Stato esercita funzioni di coordinamento e di perequazione. La crisi ha quindi bloccato il processo di riforma; ha prodotto un aumento di centralizzazione; ha chiesto agli enti locali e regionali un contributo importante all’aggiustamento di finanza pubblica: 18 miliardi di riduzione di spesa, secondo la Corte dei conti, fra il 2009 e il 2015. Un’inversione di tendenza è emersa negli ultimi due anni grazie al superamento del Patto di stabilità interno e alla nuova regola di equilibrio di bilancio. Questo ha premesso al comparto un aumento di spesa di 2,5 miliardi di cui 1,5 per investimenti.
Nel tornare a parlare di federalismo fiscale, però, non dobbiamo fare l’errore di ripartire da zero.” Continua a leggere qui la dichiarazione di voto – Qui il testo della mozione
Disegni di legge: S. 2874 – Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2016 (A.C. 4638); S. 2875 – Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2017 (A.C. 4639)
“Vorrei innanzitutto fare una valutazione di metodo. Noi abbiamo fatto un esame tradizionale del Rendiconto, sostanzialmente in Commissione bilancio e in modo rapido, anche per farlo prima delle prossime importanti scadenze: la Nota di aggiornamento al DEF e la legge di bilancio; non è l’esame sull’insieme delle entrate e delle spese e sui risultati ottenuti in ogni comparto della pubblica amministrazione, coinvolgendo tutte le Commissioni, che abbiamo disegnato riformando la legge di contabilità.” Continua a leggere qui dichiarazione di voto