Premessa
La Camera nella settimana ha approvato a larga maggioranza la legge sull’utilizzo della cannabis terapeutica; la legge di delegazione europea 2016-2017; si è inoltre svolta la comunicazione del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 ottobre 2017.
L’attenzione politica è stata monopolizzata dalla discussione che si è svolta in aula su mozioni che riguardavano la Banca d’Italia.
Molte delle valutazioni che ho ascoltato in merito sono state fatte a prescindere – per scelta, ignoranza o sottovalutazione – da alcuni elementi fondamentali che quindi è bene ricordare.
– Ogni gruppo parlamentare ha il diritto di presentare una mozione, cioè di chiedere che su un argomento il Governo si pronunci e si impegni. Qualche giorno fa per esempio abbiamo discusso in aula una mozione sulla violenza contro donne e ogni settimana la Camera discute e approva diverse mozioni.
– I gruppi di opposizione hanno il diritto non solo di presentare una mozione, ma che una quota di quelle presentate da loro venga “calendarizzata” cioè sia discussa obbligatoriamente in aula. E quando la mozione arriva in aula il Governo deve esprimere un parere. Il governo deve cioè, prima che inizi la fase di votazione e approvazione delle mozioni, dire un sì, un no o avanzare una proposta di riformulazione degli impegni che nelle mozioni vengono proposti come impegni al Governo stesso.
– Esiste quindi una mozione madre, cioè un argomento su cui un gruppo parlamentare ha il diritto di provocare una discussione. Gli altri gruppi possono decidere di presentare una loro mozione sullo stesso argomento, condividere quella presentata da altri, non presentare nessuna mozione e limitarsi a votare in aula a favore o contro quelle presentate. Su quelle presentate, prima della fase di votazione, il governo esprimerà un proprio parere.
– Nel caso della mozione su Banca d’Italia, la mozione “madre” è stata presentata dal M5stelle contro il rinnovo del mandato a Governatore di Ignazio Visco, alla vigilia della scadenza di quel mandato.
Passando alle valutazioni presenti nella polemica politica, la prima valutazione che ho ascoltato è che la mozione fosse inammissibile perché l’indipendenza dell’Istituto prevista dalla Costituzione non consentirebbe al Parlamento di discutere della nomina del suo vertice, prerogativa del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio.
Non ho competenze specifiche in merito, osservo però che in questo caso la Presidenza della Camera, che insieme alla Conferenza dei capigruppo con la partecipazione del Governo definisce l’ordine dei lavori, avrebbe inserito nel calendario un atto parlamentare inammissibile.
Quindi Presidenza della Camera e Governo, entrambi per forza a conoscenza della mozione, avrebbero avallato un atto parlamentare incostituzionale promosso da un gruppo parlamentare. Mi pare una valutazione paradossale.
Quindi direi che dell’argomento in Parlamento si può discutere distinguendo le prerogative del parlamento – valutazioni sull’operato di Banca d’ Italia – da quelle degli altri organi istituzionali – indicazioni dei suoi vertici .
La seconda valutazione che ho ascoltato è che il Partito Democratico avrebbe deciso di pugnalare il Governo con una mozione trappola contro il Governatore Visco. Ho avuto modo di dire come la mozione madre fosse di iniziativa del M5S e fosse prevista in un calendario autorizzato dalla Conferenza dei capigruppo. Il Partito Democratico ha dunque deciso di presentare una propria mozione, diversa nei contenuti da quella del M5stelle e di votare contro quella del Movimento 5stelle.
La terza valutazione presente nella discussione di questi giorni è che il Governo sia stato tenuto all’oscuro di tutto. Ora il Governo conosceva per forza l’argomento in calendario, la discussione generale si era svolta già il lunedì precedente e ha dato parere favorevole alla mozione del Partito democratico e contrario a quella del M5stelle.
La quarta valutazione riguarda il merito della mozione del Partito Democratico, mozione nella quale si esprime una opinione legittima sui limiti della vigilanza esercitata sulla situazione di sofferenza del sistema bancario e si chiede che a questi limiti si ponga rimedio. Sulla futura nomina a governatore alla sua scadenza, il PD ha detto e ripetuto in tutte le sedi che sosterrà la proposta che verrà fatta dagli organi a cui compete, quindi dal Presidente della Repubblica e dal Presidente del Consiglio.
Poi alcuni hanno sostenuto che dell’argomento se ne può parlare, ma la differenza la fanno il tono, il modo, il luogo. Ho appunto ripercorso l’iter della mozione per mostrare come il tono e il contenuto, entrambi rispettosi senza essere reticenti, l’abbiamo scelto noi. Il modo e il luogo altri.
E dunque incomprensibile resta per me come si possa considerare inopportuno o eversivo che il Partito Democratico esprima in Parlamento, nel rispetto delle prerogative istituzionali, la propria opinione nel corso di una discussione avviata da altri, il M5stelle. Non è inutile ricordare che il Partito Democratico è quello stesso partito che si è assunto per primo la responsabilità di guardare in faccia la crisi del sistema bancario e di affrontarla, con la riforma delle popolari e mettendo molte risorse pubbliche per salvare banche in difficoltà cioè per mettere in sicurezza l’intero sistema, i risparmiatori e i lavoratori di quelle banche. Altri a quella stesse responsabilità si erano sottratti.
Mozioni concernenti iniziative di competenza in merito alla nomina del Governatore della Banca d’Italia
“Presidente, quanto è avvenuto in questi anni nell’ambito bancario è stato oggetto di ampie discussioni in quest’Aula. La crisi dal sistema – abbiamo avuto modo di dirlo in molte occasioni – è stata dovuta senz’altro anche alla recessione che ha profondamente segnato il nostro Paese dal 2007 in poi. Sono sotto gli occhi di tutti i numeri pesanti, difficili relativi alla recessione che abbiamo vissuto. È una crisi dovuta in parte anche alla struttura che le banche italiane mantenevano e hanno mantenuto nei decenni, struttura che non era più adeguata ai nostri tempi ed è una crisi che senz’altro è stata dovuta anche in molti casi a comportamenti che certamente abbiamo contestato e abbiamo denunciato, comportamenti che hanno visto commistioni tra interessi privati, tra gestioni opache, per non dire anche malversazioni che abbiamo osservato in diverse occasioni. Presidente, per fare chiarezza su tutto questo, abbiamo istituito una Commissione d’inchiesta che ha iniziato a lavorare con intensità e con tutti gli strumenti che una Commissione come questa può disporre. Al di là della Commissione, possiamo dire oggi che i Governi della legislatura in corso hanno avviato una fortissima azione di rafforzamento del sistema, un’azione che possiamo definire epocale. Vogliamo elencare alcuni di questi provvedimenti? La riforma delle banche popolari che ha fatto venire alla luce fatti e situazioni che ben conosciamo; la riforma del credito cooperativo che ha rafforzato significativamente la realtà, importantissima per il nostro Paese, delle banche di credito cooperativo; l’intervento sulle diverse banche in crisi. Presidente, abbiamo garantito in ventiquattro ore la riapertura di tutti gli sportelli delle due ex banche venete, cosa che non era mai stata vista in questo Paese e le nostre misure sono sempre state rivolte alla tutela dei risparmiatori, al sostegno delle aziende, al sostegno quindi delle famiglie e non certamente alla difesa dei banchieri.” Continua a leggere la dichiarazione di voto – Leggi il testo della mozione
Disegno di legge: S. 2834 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2016-2017 (A.C. 4620)
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il 17 ottobre 2018 la legge di delegazione europea 2016-2017. Il provvedimento è stato esaminato congiuntamente alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia alla Ue – Doc. LXXXVII, n.5 – riferita all’anno 2016.
Le numerose direttive europee incidono su molteplici aspetti della vita economica e sociale dei cittadini italiani, e in ambiti differenziati, tra cui rilevano tra gli altri particolare importanza le disposizioni relative alla cooperazione rafforzata per l’istituzione di una tutela brevettuale unitaria alle disposizioni dell’Accordo sul tribunale unificato dei brevetti, la disciplina dei pacchetti turistici e dei servizi collegati, quella dei marchi d’impresa; in materia di abusi di mercato, della distribuzione assicurativa e in materia di indici usati nei contratti finanziari o per misurare la performance di fondi di investimento, quella relativa allo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale (volta a contrastare
fenomeni evasivi ed elusivi), il rafforzamento di garanzie come la presunzione d’innocenza e il diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali, la protezione dei dati personali nelle attività di indagine, l’interoperabilità del sistema ferroviario dell’UE e la sicurezza delle ferrovie (c.d. “Quarto pacchetto ferroviario”) e delle navi passeggeri, la riduzione delle emissioni nazionali di inquinanti atmosferici, l’adeguamento alla normativa Ue al c.d. “Pacchetto di protezione dati personali”, in materia di privacy, la regolamentazione in materia di uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione e contrasto penale contro reati gravi e di terrorismo, nonché la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi dell’Unione.
«Con la rapida approvazione della legge di delegazione europea 2016-2017 – ha affermato la deputata PD Maria Iacono– a distanza di poco tempo dall’approvazione della legge europea 2017, si compie un altro importante passo verso l’adeguamento sistematico della nostra normativa al quadro europeo: l’Italia con gli ultimi Governi Renzi e Gentiloni ha registrato le migliori performance, anche rispetto agli altri Paesi membri, in tema di riduzione del contenzioso, con un drastico abbassamento delle procedure di infrazione, passate in poco più di tre anni da 120 a 65, facendo risparmiare allo Stato 2 miliardi di euro». Approfondisci qui
Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 ottobre 2017
“Presidente, onorevoli colleghi, al Consiglio europeo che si svolgerà il prossimo 19 e 20 ottobre, si esamineranno alcune delle questioni più urgenti riguardanti la migrazione, la difesa, la digitalizzazione, gli affari esteri e gli ultimi sviluppi sul negoziato della Brexit. La discussione sui singoli temi non potrà non tener conto del nuovo quadro internazionale che, in seguito alla vittoria alle presidenziali americane di Trump, non stimola la cooperazione fra gli Stati, ma spinge sempre più verso un confronto competitivo tra le singole nazioni. Una fase che richiama l’Europa a ridefinire con urgenza un ruolo di protagonista quale attore globale. Trovare risposte alle attuali sfide, rilanciare il progetto sul futuro dell’Europa con proposte ambiziose, può scongiurare l’inasprirsi di questioni nazionalistiche indipendentistiche, vedi appunto la Brexit o il referendum in Catalogna, e contenere le tentazioni nazionalpopuliste che spingono verso terreni incogniti, come per esempio l’uscita dall’euro.” Continua a leggere la dichiarazione di voto
Testo unificato delle proposte di legge: Realacci ed altri; Gozi e Giachetti; Gozi e Giachetti; Daniele Farina ed altri; Gozi e Zaccagnini; Civati ed altri; Ermini; Ferraresi ed altri; Daniele Farina ed altri; Turco ed altri; Nicchi; Giachetti ed altri; Turco ed altri; Bruno Bossio e Stumpo; Amato ed altri; Civati ed altri; Gigli ed altri; d’iniziativa popolare: Disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della cannabis a uso medico (A.C. 76-971-972-1203-1286-2015-2022-2611-2982-3048-3229-3235-3328-3447-3993-4009-4020-4145-A/R)
Con il provvedimento approvato dalla Camera dei deputati il 19 ottobre 2017 si mette a regime un progetto pilota che ha consentito in due anni di sperimentazione di produrre anche in Italia la cannabis ad uso medico presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM) e si creano le condizioni per corrispondere al fabbisogno dei pazienti, sia con produzioni in Italia da autorizzare da parte del Ministro della salute sia eventualmente ricorrendo alle importazioni.
Scopo della legge, innovando rispetto a quanto dispone il DM 9 novembre 2015 che attualmente disciplina la materia è:
– il superamento delle differenti modalità di accesso ai farmaci derivanti dalla cannabis introdotti da differenti leggi regionali nonché l’assunzione a carico del Servizio sanitario nazionale tutti gli impieghi ora autorizzati dal Ministero;
– l’incremento della ricerca per i nuovi impieghi dei farmaci a base di cannabis con finanziamenti disposti dalla Agenzia italiana del farmaco (AIFA), atteso che l’industria farmaceutica privata è restia a condurre ricerche in questo campo;
– assicurare che il fabbisogno di cannabis ad uso medico sia assicurato sia mediante le produzioni dell’Istituto Farmaceutico di Firenze ma anche mediante le autorizzazioni alla coltivazione e trasformazione ad enti o imprese, in possesso dei requisiti previsti dalle vigenti norme, disposte dal Ministero della salute;
– informare i cittadini e formare i medici;
– equiparare la cannabis ad uso medico ai medicinali anche dal punto di vista fiscale.