Premessa
La Camera questa settimana ha approvato: un disegno di legge sulle banche in liquidazione, una mozione sull’accesso agli studi universitari e un disegno di legge sull’adesione dell’Italia all’Unione Europea.
E l’Europa continua ad essere il tema centrale del dibattito pubblico. Il terremoto della Brexit sta mettendo in discussione l’Europa nel suo assetto politico ed istituzionale. E’ importante per chi in Europa vuole rimanere, risolvere il prima possibile le procedure di uscita, senza alterare ancor di più un clima già esasperato sia in Inghilterra che in tutta Europa. Ma è chiaro che il tema dell’uscita dell’UK ha una dimensione politica e deve essere affrontato dall’Europa tutta con un processo di rinnovamento profondo e con un grande senso di responsabilità. Come ha ribadito Renzi in questi giorni di febbricitanti trattative, senza un rilancio della dimensione politica e sociale il progetto Europeo è destinato a naufragare. Il rilancio passa da misure e segnali concreti: prima di tutto il superamento dell’austerità con, ad esempio, lo scorporo dal patto di stabilità di investimenti per la crescita, come le spese per istruzione e formazione. Ma anche dal tema della solidarietà, in opposizione alle spinte xenofobe e nazionaliste. Su questo l’Italia continua nella strada intrapresa: umanità e responsabilità nei confronti dei migranti. Il recupero dei corpi dei 700 migranti morti nel mediterraneo il 18 Aprile del 2015 è un importante segnale in questa direzione. L’impegno che venne preso allora di fronte alla più grande strage nel mediterraneo è stato rispettato: restituire dignità alle vittime e consentire ai familiari di sapere almeno dove i loro cari fossero sepolti. Ed è il minimo difronte alle morti quotidiane a cui continuiamo ad assistere e su cui l’Europa non può più chiudere gli occhi.
Disegno di legge: S. 2362 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione (A.C. 3892)
Il decreto-legge n. 59 del 3 maggio 2016, convertito oggi in legge dalla Camera dei deputati, contiene importanti misure per velocizzare il recupero dei crediti da parte delle banche e, conseguentemente, per la concessione del credito alle aziende, allo scopo di rilanciare l’economia. Il decreto semplifica e rende più flessibile il sistema delle garanzie, facilitando l’accesso al credito delle imprese e rafforzando, al contempo, il sistema bancario.
In particolare, il presente decreto-legge introduce il c.d. “patto marciano”, ovvero la possibilità di assegnazione stragiudiziale degli immobili dati a garanzia di un finanziamento: da un lato la banca può entrare in possesso del bene con una procedura semplice e saltando il procedimento esecutivo, dall’altro si stabilisce che al debitore spetta comunque la differenza tra il debito residuo e il valore del bene.
In conclusione con il “patto marciano” contenuto in questo decreto si dice basta alle vendite all’asta degli immobili per pochi soldi.
Quale ulteriore misura a sostegno delle imprese, si introduce l’istituto del pegno non possessorio, che consente all’imprenditore di accedere al credito costituendo un pegno su beni mobili senza esserne spossessato, ma continuando ad utilizzarli nell’attività di impresa.
Il provvedimento avrà un impatto positivo anche sui procedimenti in corso, che potranno concludersi più rapidamente a causa di una prevedibile diminuzione del nuovo contenzioso.
Il decreto-legge introduce innovazioni importanti nelle procedure concorsuali, favorendo l’utilizzo diffuso degli strumenti telematici e ponendo limiti all’adozione di comportamenti con finalità meramente dilatorie.
Viene infine istituito il registro dei crediti deteriorati, al fine di permettere ai soggetti interessati di disporre agevolmente di un adeguato set informativo, nonché alle autorità di vigilanza di svolgere un monitoraggio specifico.
Il decreto mira ad aiutare le imprese in un momento di crisi economica, in cui la mancanza di liquidità determina situazioni di grave difficoltà, ad iniziare ovviamente dalle imprese medio-piccole, alle quali vengono offerti strumenti nuovi, che potranno essere utilizzati per ottenere dalle banche i finanziamenti aggiuntivi.
Infine, l’ultimo aspetto centrale del provvedimento è costituito dalle disposizioni in favore degli risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate della Banca delle Marche spa, della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, della Società cooperativa della Cassa Risparmio di Ferrara spa e delle Casse di risparmio della provincia di Chieti spa, direttamente dall’istituto di emissione o da un intermediario. Attraverso queste misure più della metà di quei risparmiatori che avevano investito in obbligazioni subordinate potrà automaticamente riavere indietro l’80 per cento di quanto investito, mentre tutti gli altri potranno riavere anche il 100 per cento, ma accedendo all’arbitrato presso l’Autorità nazionale Anticorruzione. La ratio chiara della norma è quella in definitiva di tutelare il risparmiatore che è stato raggirato dalle banche e non semplicemente chi ha perso del denaro. Approfondisci qui
Mozioni Vacca ed altri n. 1-01268, Centemero e Occhiuto n. 1-01283, Borghesi ed altri n. 1-01289, Brignone ed altri n. 1-01293, Marzano ed altri n. 1-01295, Pannarale ed altri n. 1-01298, Rampelli ed altri n. 1-01301 e Ghizzoni, Pisicchio, Vezzali, Santerini, Buttiglione ed altri n. 1-01312 concernenti iniziative volte a favorire l’accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un’equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale
Sono decine di migliaia i giovani diplomati che ogni anno nel nostro Paese decidono o sono costretti dalle contingenze a non proseguire gli studi universitari o la loro formazione. Abbiamo la maggiore dispersione scolastica in Europa, la minore percentuale di ragazzi che accedono all’università, il minor numero di laureati nella fascia di età 25-34 anni, rispetto a tutti i Paesi dell’OCSE. Le matricole, poi, sono sempre più ragazzi che escono dal liceo e sempre meno studenti che si diplomano negli istituti professionali e negli istituti tecnici, questo significa che non garantiamo più pari opportunità, mobilità sociale e uguaglianza sostanziale. Eppure avere più formazione e più laureati converrebbe a tutti, al Paese e alle persone. I dati smentiscono infatti chiaramente il luogo comune che la laurea è solo un pezzo di carta, perché il laureato vive più a lungo, guadagna di più e ha reagito meglio alla crisi. Al sud si registrano i minori tassi di accesso all’università, si registrano i tassi più alti di abbandono precoce o di ritardo negli studi, il minor numero di laureati e la più alta percentuale di mobilità, in particolare verso le università del nord. Questa è una sperequazione che noi non possiamo ignorare, se non vogliamo assistere inermi alla perdita di un intero pezzo di Paese in termini di giovani talenti inespressi e di opportunità perdute. stato Soltanto l’8,2 per cento degli studenti universitari italiani gode di una borsa di studio. Abbiamo poi questo strano primato dello studente idoneo non beneficiario, cioè che avrebbe diritto a una borsa ma non può ottenerla perché non abbiamo adeguati finanziamenti, e questo capita soprattutto nelle regioni del sud. L’ultima legge di stabilità ha stanziato 55 milioni in più per il diritto allo studio. Altro impegno chiesto al Governo è quello di emanare velocemente il decreto relativo alla fissazione dei livelli essenziali di prestazione e in particolare di intervenire sui criteri per ripartire le risorse statali tra le regioni per garantire il diritto allo studio. Le tasse universitarie sono un altro capitolo su cui si chiede di intervenire, perché le statistiche internazionali dicono che le tasse universitarie in Italia sono troppo alte per troppe famiglie di ceto medio e medio impoverito. Proponiamo quindi al Governo di valutare una no tax area per gli studenti con reddito familiare basso e compensare gli atenei per il calo di gettito.
Disegno di legge: S. 2228 – Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015-2016 (A.C. 3821)
E’ stata approvata la legge europea 2015-2016 contestualmente alle disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. Un provvedimento complesso, che ha visto un ampio e approfondito dibattito al Senato e che ha condotto all’approvazione di rilevanti modifiche, accogliendo istanze provenienti da tutti i gruppi parlamentari, sia del Senato, che della Camera.
Nell’attuale legislatura il percorso di recepimento della normativa dell’Unione europea è stato oggetto di una proficua accelerazione. Basti pensare che i disegni di legge comunitaria 2011 e 2012 non furono mai portati a termine. Il Governo italiano ha già raggiunto risultati importanti nell’adeguamento del diritto interno a quello europeo, anche con la riduzione del contenzioso con la Commissione europea. Le procedure di infrazione si sono ridotte da 119 a 86, di cui 16 sull’ambiente, 9 sulla libera circolazione delle merci, 8 in materia di fiscalità, dogane e affari interni, 7 in materia di affari economici e finanziari e così via. E con l’approvazione di questa legge si chiudono altre 4 procedure di infrazione, facendo quindi scendere il numero complessivo a 82 e si risolvono altre 10 procedure di preinfrazione. Durante il dibattito in Parlamento il disegno di legge europea 2015-2016 è stato modificato significativamente. Gli articoli sono passati da 22 a 37. In materia di giustizia è stata introdotta un’apposita sezione recante disposizioni sull’indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti e l’estensione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di stampo mafioso e delle richieste estorsive. Si è intervenuto anche in tema di diritti delle persone, come ad esempio il permesso di soggiorno individuale per minori stranieri, che rappresenta un segnale di avanzamento per le politiche dell’infanzia e per le politiche dell’integrazione europea, provando a costruire un vero legame di fiducia con i cittadini di domani. Proprio in relazione al momento storico e politico che attraversa l’Europa, approvare questa legge europea vuol dire riaffermare con forza la politica che intende portare avanti l’Italia: una politica di integrazione, di rappresentanza di milioni di cittadine e cittadini, una politica che lavori per investire e creare condizioni di innovazione e di uguaglianza in tutta Europa. All’Europa serve una riflessione politica certamente in termini nuovi, in ad esempio sul fiscal compact, sul bail-in, perché l’austerità ha aggravato la crisi, rischiando di compromettere la ripresa. Approvare la legge europea significa fare un altro passo verso un’Europa solidale, che guarda al futuro e che investe nelle nuove generazioni.