Premessa
– Nella settimana la Camera ha approvato molti provvedimenti e in via definitiva una legge che introduce nello ordinamento il reato di depistaggio. Una legge attesa da molti anni e da molte legislature la cui emanazione è dovuta alla testardaggine con cui è stata perseguita dalle associazioni che si sono costituite dopo le stragi di Brescia e Bologna e al Partito Democratico: un atto importante che l’aula ha dedicato alle vittime di quelle stragi.
– Nella stessa settimana è stato completato nelle commissioni l’iter di una legge delega molto importante: quella contro la povertà.
Anche in questo caso è stato decisivo il rapporto tra l’Alleanza contro la povertà, il governo, il parlamento: è da questa relazione che nasce il primo piano nazionale contro la povertà: finanziato con risorse che superano il miliardo, destinato al contrasto alla povertà assoluta che sceglie come priorità l’intervento contro la povertà delle 280.000 famiglie con bambini.
Una scelta importante e strutturale, che andrà accompagnata da nuovi finanziamenti nella prossima legge di stabilità. Perché più di un miliardo non basta alla lotta contro la povertà assoluta ma non si è mai stanziato così tanto a questo fine.
Discussione della proposta di legge: S. 1259 – Gianluca Rossi ed altri: Delega al Governo per la riforma del sistema dei confidi (A.C. 3209), e delle abbinate proposte di legge: Pagano; Giulietti ed altri (A.C. 1121-1730)
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la legge delega al Governo per la riforma del sistema dei Confidi nel testo trasmesso dal Senato.
I confidi sono enti che svolgono l’attività di rilascio di garanzie collettive dei fidi e i servizi connessi o strumentali a favore delle piccole e medie imprese o dei liberi professionisti associati, nel rispetto delle riserve di attività previste dalla legge. La garanzia dei confidi è rappresentata da un fondo al quale contribuiscono tutti i soci che hanno aderito consorzio.
La delega al Governo ha l’obiettivo di valorizzare il ruolo dei confidi, proprio per migliorare l’accesso al credito; semplificare gli adempimenti, contenere i costi di funzionamento che vengono ribaltati inevitabilmente sulle imprese; rafforzare patrimonialmente i confidi, anche alla luce della disciplina più stringente introdotta dall’introduzione a livello europeo dell’Unione bancaria; disciplinare la raccolta di risorse pubbliche e private e i contributi degli enti pubblici verso i fondi di garanzia; razionalizzare la filiera di garanzia e controgaranzia; realizzare una maggiore sinergia tra il fondo centrale di garanzia nazionale e i confidi, evitando l’effetto spiazzamento del ricorso diretto del sistema delle imprese sul fondo centrale di garanzia saltando il sistema dei confidi; migliorare l’accesso generale al credito e utilizzare i confidi come strumento per un miglioramento dell’educazione finanziaria delle imprese e per l’attivazione di un sistema di consulenza soprattutto per il sistema delle microimprese.
Il Senato ha introdotto il divieto all’uso di derivati o comunque di strumenti finanziari complessi. Approfondisci qui
Proposta di legge: Bolognesi ed altri: Introduzione nel codice penale del reato di frode in processo penale e depistaggio (A.C. 559-B)
La proposta di legge AC 559-B, che torna all’esame della Camera dei deputati in terza lettura dopo l’approvazione con modifiche al Senato, introduce nel codice penale il reato di frode processuale e depistaggio. Il provvedimento ora è legge.
È sempre utile ricordare come la storia repubblicana sia costellata, nei tragici fatti di terrorismo, stragi e mafia, di episodi di depistaggio e ostacoli alle indagini frapposti da pubblici ufficiali corrotti e servizi deviati. Si pensi, in particolare, alla strage di piazza Fontana, di Piazza della Loggia a Brescia, alla stazione di Bologna, alla strage di Ustica, al caso Moro, oppure alle stragi mafiose degli anni Novanta, al caso Ilaria Alpi, per il quale si sta celebrando il processo di revisione a Perugia, nella speranza di fare chiarezza su quella terribile vicenda che costò la vita ad una brava giornalista e all’operatore Miran Hrovatin.
Il nostro ordinamento attualmente non prevede un reato specifico di depistaggio, ma utilizza una serie di disposizioni che puniscono la condotta di colui il quale in vario modo intralcia la giustizia: falsa testimonianza, calunnia, autocalunnia, favoreggiamento personale, falso ideologico, false informazioni al pubblico ministero (si tratta – come per il depistaggio – di comportamenti sia attivi che omissivi, volti con diverse modalità ad ostacolare l’acquisizione della prova o l’accertamento dei fatti nel processo penale).
La proposta di legge (a prima firma Paolo Bolognesi, deputato PD e presidente dell’Associazione vittime della strage di Bologna) intende quindi superare una lacuna dell’ordinamento.
Da notare che sarebbe riduttivo e fuorviante ritenere che questa proposta di legge abbia semplicemente un valore simbolico, quasi risarcitorio nei confronti di vicende opache. Questa proposta ha invece indubbia rilevanza pratica e concreta perché offre nuovi e incisivi strumenti di contrasto al fenomeno (basti pensare all’esempio per eccellenza, quello della scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino, in cui il pubblico ministero si è visto costretto a contestare il reato di furto aggravato proprio in mancanza di altre fattispecie). Approfondisci qui
Ratifiche
Sono stati approvati i seguenti disegni di legge di ratifica:
Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Tagikistan sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Dushanbe il 22 maggio 2007 (A.C. 2800-A); S. 1827 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo aggiuntivo alla Convenzione di reciproca assistenza giudiziaria, di esecuzione delle sentenze e di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco del 12 febbraio 1971, fatto a Rabat il 1o aprile 2014; b) Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco sul trasferimento delle persone condannate, fatta a Rabat il 1o aprile 2014 (A.C. 3458); Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Roma il 4 maggio 2015 (A.C. 3462); Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica, riguardante la criminalizzazione degli atti di razzismo e xenofobia commessi a mezzo di sistemi informatici, fatto a Strasburgo il 28 gennaio 2003 (A.C. 3084-A); Ratifica ed esecuzione della Decisione del Consiglio di sorveglianza recante modifiche all’Allegato IV della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana, il Governo della Repubblica francese, il Governo della Repubblica federale di Germania ed il Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord sull’istituzione dell’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti OCCAR del 9 settembre 1998, fatta a Roma il 10 giugno 2014 (A.C. 3199); Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Bermuda per lo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Londra il 23 aprile 2012 (A.C. 3529); Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Cile, fatto a Roma il 27 febbraio 2002, con Protocollo addizionale, fatto a Santiago il 4 ottobre 2012; b) Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l’accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Cile, fatto a Bruxelles il 6 dicembre 2005 (A.C. 3269-A); Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Cile per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Santiago il 23 ottobre 2015 (A.C. 3759)
Disegno di legge: S. 2389 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2016, n. 67, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza. Proroga del termine per l’esercizio di delega legislativa (A.C. 3953)
La Camera dei deputati ha approvato definitivamente, in seconda lettura, la legge di conversione del decreto che autorizza per tutto il 2016 la proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza. Il decreto-legge approfondisce la riflessione sulla politica estera dell’Italia. In questo snodo storico, l’agenda di politica estera e di sicurezza del nostro Paese coincide con quella dell’Europa come mai nella storia del nostro continente: lo rivelano le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo, in cui sostanzialmente si è parlato di migrazioni e in cui si è ribadito quale priorità delle relazioni esterne dell’Unione europea il supporto al Governo di unità nazionale libico. In tale ottica sono da leggere anche gli interventi che l’Italia rifinanzia nel contesto delle operazioni del Mediterraneo, sia della NATO con Active Endeavour sia dell’Unione Europea con EUNAVFOR Med Sophia (per la quale, in coerenza con le conclusioni del Consiglio europeo, è stato disposto al Senato un incremento di fondi, al fine di estendere l’impegno proprio alle attività di addestramento della guardia costiera libica). Rientra a maggior ragione nella linea di impegno per la stabilità e contro il terrorismo il complesso delle operazioni e degli interventi autorizzati nel quadrante mediorientale, dal Libano e fino all’Afghanistan; con una centralità del contrasto dell’attività terroristica del Daesh (cui si deve un significativo incremento delle risorse finanziarie e umane) e con un particolare riferimento ai lavori di consolidamento della diga di Mosul. Va anche menzionata la conferma dell’impegno militare, oltre che civile, dell’Italia nei Balcani (la Commissione Esteri ha anche deliberato una prossima missione in tali Paesi e non trascura ogni versante di diplomazia parlamentare utile ad approfondire la collaborazione con essi). Conclude questo percorso di rilancio il rafforzamento della cooperazione UE-NATO sulla base del principio di autonomia decisionale nella gestione di obiettivi e valori comuni alla luce delle sfide senza precedenti a Sud come ad Est. È questo il contesto di riferimento per il corretto inquadramento del decreto-legge in esame che assicura una copertura annuale agli interventi e conferma l’approccio multilateralista del nostro Paese alle crisi internazionali. Approfondisci qui
Proposte di legge: Cirielli ed altri; Duranti ed altri; Garofani ed altri; Artini ed altri: Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali (A.C. 45-933-952-1959-C)
Un riferimento unico per i contingenti militari italiani coinvolti in missioni internazionali. Una disciplina quadro che ne regoli le procedure istituzionali e il trattamento economico del personale, con l’obiettivo di snellire il lavoro parlamentare e concentrarlo sugli aspetti politici e strategici delle missioni.
Si tratta di una legge storica, frutto di un lungo e articolato lavoro parlamentare. Nel nostro ordinamento non esisteva una disciplina di carattere generale che, da un lato, regolasse le procedure relative alla deliberazione e all’autorizzazione di tali missioni e, dall’altro, fornisse una cornice legislativa stabile e uniforme da applicare in tutti gli scenari internazionali. Aspetti che fino ad oggi sono stati gestiti, di volta in volta, con provvedimenti singoli e dalla efficacia limitata nel tempo: misure che necessitavano di essere continuamente reiterate, rendendo più complicata l’armonizzazione del coordinamento operativo e normativo. E’ di qui maturata la necessità di dare vita a procedure più rapide e snelle, e a norme capaci di offrire punti solidi di riferimento sia sul piano del rispetto del rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento, sia su quello dei delicati profili di natura giuridica ed economica che riguardano il personale militare e civile coinvolto. Con questo provvedimento, finalmente si razionalizzano e uniformano il trattamento economico, la normativa applicabile al personale, sia relativa a profili amministrativi che a quelli penali, e si riordinano le disposizioni altrimenti sparse nei vari decreti di rifinanziamento. Si è così realizzato uno strumento legislativo capace di offrire una cornice normativa certa e unitaria per l’invio dei contingenti, sia nell’ambito di operazioni di mantenimento della pace (peace keeping), sia nell’ambito di operazioni di conseguimento della pace (peace enforcing). La legge quadro in questo senso costituisce un vero e proprio salto di qualità nella governance della nostra politica estera e di difesa. Uno strumento atteso da quattro legislature, ideato e maturato in sede squisitamente parlamentare, con la fusione in un testo unificato di quattro progetti di legge, e un approfondito lavoro di analisi nelle aule delle Commissioni Esteri e Difesa. Il testo unificato riguarda il personale delle Forze armate, ma anche le Forze di polizia ad ordinamento militare e civile, e i contingenti integrati in missioni Onu o in altre missioni coordinate da organizzazioni internazionali a cui l’Italia aderisce. La legge quadro si applicherà anche alle «missioni finalizzate ad eccezionali interventi umanitari». Approfondisci qui