Premessa
Nella settimana sono state approvate: una proposta di legge sul sostegno dell’editoria e dell’informazione, una che riguarda il contenzioso in Cassazione, l’efficienza degli uffici giudiziari e la giustizia amministrativa e una mozione sul CARA di Mineo.
Ma questa è stata la settimana in cui abbiamo visto le donne polacche scendere in piazza contro il disegno di legge che puntava a vietare nel paese ogni forma di aborto. In Polonia la legge sull’aborto è già particolarmente restrittiva, è concesso fino alla venticinquesima settimana soltanto in caso di stupro, di rischi per la salute della madre o di una gravissima malformazione del feto. Se la nuova proposta di iniziativa popolare, supportata da diversi gruppi cattolici e sostenuta dalla maggioranza di governo di destra ultra conservatrice, fosse passata, sarebbe stato possibile solo per salvare la vita della madre. Inoltre l’aborto illegale sarebbe stato sanzionato con multe e pene molto alte sia per chi lo procura sia per le donne che decidono di averli. Ma dopo la mobilitazione delle donne polacche, le così dette “proteste in nero” (Czarny Protest), che hanno invaso le piazze delle città polacche ed, in solidarietà, di molte città europee, la camera bassa del parlamento polacco ha votato a maggioranza per respingere definitivamente il disegno di legge: 352 deputati hanno votato contro il testo e 58 a favore. Questa vicenda rende evidente per l’ennesima volta come i diritti acquisiti dai movimenti delle donne vengano troppo spesso messi in discussione e di come solo l’attenzione e la mobilitazione delle donne stesse possa evitare passi indietro inaccettabili. Dall’altro lato però diventa evidente anche come, per quanto i valori della comunità europea, come la libertà e l’autodeterminazione delle donne, siano riconosciuti e difesi dalla maggior parte dei cittadini europei (nonostante le spinte populiste e oscurantiste), l’Europa è ancora troppo poco in grado di garantirli in tutti gli stati membri.
Proposte di legge: Coscia ed altri; Pannarale ed altri: Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (A.C. 3317-3345-B)
La legge approvata alla Camera dei deputati istituisce un nuovo Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e delega il Governo a ridefinire la disciplina del sostegno pubblico all’editoria, la regolamentazione delle edicole, nonché quella relativa ai prepensionamenti dei giornalisti e alla composizioni e alle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
Il provvedimento è frutto del lavoro di sintesi e di confronto, anche da diverse posizioni, tra le forze politiche avvenuto sia alla Camera dei deputati che al Senato; interviene in modo complessivo sul sistema, innovando in modo importante la disciplina precedente.
In particolare si rafforza il pluralismo attraverso il sostegno alla stampa locale, alle cooperative e agli enti no profit, si accelera il passaggio al digitale, si aiutano le start up che presentano dei progetti d’avanguardia, si interviene nella crisi delle edicole permettendo loro di diversificare i prodotti in vendita e investendo sulla loro innovazione.
Le risorse saranno indirizzate al sostegno delle realtà medio-piccole, essendo esclusi oltre agli organi di partito anche i grandi gruppi quotati in borsa. I finanziamenti sono resi proporzionali rispetto al numero di copie vendute, facendo cessare le storture del passato che vedevano ingenti risorse destinate a periodici che non vendevano. Inoltre saranno anche proporzionati alla capacità delle imprese di creare valore e nuovi posti di lavoro per i giovani.
Inoltre si delega il Governo a riordinare il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e disciplina la procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale e la durata della stessa e introduce il limite massimo retributivo di € 240.000 annui per dipendenti, collaboratori e consulenti del soggetto affidatario della concessione. Approfondisci qui
Mozione Lorefice ed altri n. 1-01342 concernente iniziative in relazione al centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo (Catania)
Il fenomeno migratorio nel nostro Paese è andato modificandosi negli ultimi anni in maniera molto evidente. I dati degli sbarchi e degli arrivi sono rimasti pressoché costanti: 140.232 arrivi nel 2014, 132.552 nel 2015, 132.069 al 3 ottobre del 2016. Quindi il numero delle persone che arrivano mantiene un livello di costanza. Quello che invece è andato cambiando, mettendo sotto pressione le nostre strutture d’accoglienza, è stata la permanenza di un incremento di persone che, invece di transitare verso altri Paesi europei, rimangono nel nostro Paese, grazie purtroppo ad una reazione scomposta ed estremamente irresponsabile di molti Paesi europei che hanno bloccato le frontiere. In questo contesto gestire la presenza di 160 mila persone che attualmente sono ospiti presso i nostri centri è ovviamente una scommessa non facile. E’ un fenomeno che ha un’enorme complessità e, proprio per affrontare questa complessità, il Governo negli ultimi anni ha lavorato nel trovare le soluzioni alternative rispetto a soluzioni tampone emergenziali che sono state il frutto dei primi anni della gestione dell’accoglienza, a partire appunto dal 2011. L’idea di poter dare una risposta attraverso i grandi centri di accoglienza, come il CARA di Mineo, è ovviamente una strada che è stata, con gradualità, abbandonata, pur rimanendo ancora oggi elemento di grande complessità e delicatezza. ll CARA di Mineo non dimostra i requisiti minimi di accoglienza, di rispetto dei diritti, di funzionalità, e sono presenti situazioni di illegalità diffusa e tollerata. La mozione del Partito Democratico si assume la responsabilità della chiusura graduale del centro, di evitare che all’interno del centro si venga a determinare un’ulteriore delicatezza di presenza con l’hotspot, ma soprattutto che ci sia la possibilità, in questi mesi, di poterlo rendere più accogliente, attraverso una gestione che possa permettere una maggiore tutela delle categorie vulnerabili presenti, delle donne in difficoltà, delle famiglie e dei minori non accompagnati.
Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2016, n. 168, recante misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l’efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa (A.C. 4025-A)
La Camera dei deputati ha approvato in prima lettura la legge di conversione con modificazioni del decreto-legge n. 168 del 2016 recante misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, per l’efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa. Gli obiettivi del provvedimento sono di ridurre i tempi di esame del contenzioso civile in Cassazione; ridurre i tempi di copertura dell’organico della magistratura ordinaria; assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari prevedendo un maggiore periodo di permanenza del magistrato nella sede assegnata, e riducendo i casi di assegnazione, comando o distacco del personale amministrativo presso altre pubbliche amministrazioni; assicurare, attraverso disposizioni processuali l’aumento dell’organico del personale amministrativo, l’efficienza del processo amministrativo con riferimento al processo telematico ed un supporto all’attività dei magistrati attraverso strutture organizzate all’interno degli uffici di segreteria.