Nota sui lavori parlamentari settimana dal 27 Febbraio al 3 Marzo 

By March 4, 2017 Lavoro parlamentare

Premessa

Questa settimana la Camera ha approvato: una proposta di legge sulla sicurezza delle cure, una che istituisce la «Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie» e una in favore degli orfani per crimini domestici.

Quest’ultimo disegno di legge è di particolare importanza perché si fa carico di un aspetto della violenza maschile contro le donne troppo spesso sottovalutato: le ripercussioni che quest’ultima ha sui figli e le figlie delle vittime. Si parla di figli minorenni e maggiorenni non economicamente autosufficienti di vittime di omicidi commessi dal coniuge (anche se legalmente separato o divorziato), dall’altro componente dell’unione civile (anche se questa è cessata) o da una persona con la quale la vittima stessa era legata attraverso una relazione affettiva ed una convivenza stabile. Le cronache riportano purtroppo quasi quotidianamente episodi in cui, al dramma del femminicidio, si aggiunge il dramma di bambini e ragazzi che in molti casi hanno assistito alla violenza stessa, che rimangono orfani di madre e con un padre violento. Una ricerca presentata proprio alla Camera dei deputati lo scorso settembre ha evidenziato che in quindici anni, a partire dal 2000, sono stati oltre 1.600 i figli che hanno perso la madre per mano del padre o del convivente.

Con questa proposta di legge lo Stato si fa carico di queste situazioni estremamente difficili con modifiche al codice civile, penale e con altre disposizioni.

Proposte di legge: Fucci; Fucci; Grillo ed altri; Calabrò ed altri; Vargiu ed altri; Miotto ed altri; Monchiero ed altri; Formisano: Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie(A.C. 259-262-1312-1324-1581-1769-1902-2155-B)

Il testo unificato, approvato in via definitiva alla Camera, è il frutto della sintesi di numerose proposte di legge di iniziativa parlamentare presentate sin dall’inizio della legislatura sul tema della responsabilità professionale del personale sanitario.

Il provvedimento affronta e disciplina i temi della sicurezza delle cure e del rischio sanitario, della responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie e delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, le modalità di svolgimento dei procedimenti giudiziari aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, l’obbligo di assicurazione e l’istituzione del Fondo di garanzia per i soggetti danneggiati da responsabilità̀ sanitaria. Si disciplina dettagliatamente il procedimento che porta all’emanazione delle linee guida, che costituiscono il presupposto per l’accertamento della responsabilità penale.

Finalità principale del provvedimento, sicuramente complesso per i temi trattati, è quella di conciliare l’esigenza di garantire la sicurezza delle cure a tutela dei pazienti, definita come parte costitutiva del diritto alla salute, con quella di assicurare maggiore serenità agli esercenti la professione sanitaria. Questi ultimi sono quelli che al momento subiscono gli effetti di un enorme contenzioso, talvolta con effetti devastanti sotto l’aspetto del ricorso alla cosiddetta medicina difensiva 1 , che incide in modo assai negativo sulla spesa pubblica e sull’incremento dei costi delle polizie assicurative, diventato ormai inaccessibile soprattutto per i giovani medici.

Il costo stimato per gli effetti della medicina difensiva è di 10 miliardi di euro: lo 0,75 per cento del PIL e, senza un intervento correttivo attraverso cui si superi la paura, da parte degli operatori sanitari, della denuncia nei loro confronti, diventa inutile continuare a parlare di appropriatezza come chiave di volta per la sostenibilità del sistema. Eppure la medicina difensiva non giova, non cura, meno che mai guarisce. Detta così è una definizione quasi asettica che forse non fa comprendere fino in fondo la portata del fenomeno che non è fatto solo dei dieci miliardi assorbiti dalla medicina difensiva ma di professionisti che necessitano di percorsi formativi impegnativi e di coraggio per superare la paura di incorrere in denunce, processi o condanne essenzialmente per fare il proprio lavoro. Approfondisci qui

Proposta di legge: S. 1894 – D’iniziativa dei senatori: Dirindin ed altri: Istituzione della «Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie» (A.C. 3683); e delle abbinate proposte di legge: Speranza ed altri; Verini ed altri (A.C. 460-540)

il Parlamento ha approvato in via definitiva l’istituzione di una giornata che ogni anno sarà dedicata all’impegno contro le mafie e alla memoria delle vittime degli assassini e delle stragi mafiose. Sarà il 21 marzo.

È una votazione unanime, di grande significato. È stata la riconferma di un impegno che deve intensificarsi ogni giorno dell’anno per combattere i poteri criminali e mafiosi, gli intrecci tra questi e la Politica e la pubblica amministrazione, per affermare nella vita quotidiana e nelle leggi i principi e i valori del rispetto delle regole e della legalità. Un richiamo per tutti ad un impegno quotidiano per la legalità.

Proposta di legge: Capelli ed altri: Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici (A.C. 3772-A); e delle abbinate proposte di legge: Spadoni ed altri; Fabbri ed altri (A.C. 2780-3775)

Con questa legge approvata dalla Camera, si vogliono finalmente introdurre nel nostro ordinamento delle misure volte a garantire tutele più ampie per tutti coloro che restano orfani in seguito ad un delitto compiuto in ambito domestico, perché le istituzioni devono farsi carico delle conseguenze che tali crimini determinano sui figli delle vittime.

Si parla di figli minorenni e maggiorenni non economicamente autosufficienti di vittime di omicidi commessi dal coniuge (anche se legalmente separato o divorziato), dall’altro componente dell’unione civile (anche se questa è cessata) o da una persona con la quale la vittima stessa era legata attraverso una relazione affettiva ed una convivenza stabile.

Le cronache pressoché quotidiane si incaricano purtroppo di confermare quel che i dati e le statistiche dicono con chiarezza: nella grande maggioranza dei casi si tratta dei figli di donne vittime di femminicidio. Una ricerca presentata proprio alla Camera dei deputati lo scorso settembre ha evidenziato che in quindici anni, a partire dal 2000, sono stati oltre 1.600 i figli che hanno perso la madre per mano del padre o del convivente.

Si tratta di bambini, di ragazzi, di giovani che vengono colpiti da una doppia perdita, perché per loro viene meno sia il genitore ucciso sia quello autore del delitto, e che sono costretti ad affrontare sia il dramma di quanto accaduto – a volte addirittura assistendo al delitto – sia una serie notevole di problemi e di difficoltà pratiche ed economiche.

Uno dei casi più evidenti, che ha avuto peraltro un qualche peso nell’avvio del cammino che ha portato a questa legge, riguarda Vanessa Mele, una ragazza di Nuoro che nel 1998, quando aveva solo sei anni, rimase orfana della madre, uccisa dal padre. L’uomo, una volta scontata la pena, ha ottenuto di vedersi riconosciuta la pensione di reversibilità della moglie, togliendola così alla figlia, per la quale rappresentava peraltro l’unica fonte di reddito. “Pensate che assurdità – ha commentato Vanessa raccontando la sua storia – lo Stato che pagava un omicida con i soldi della vittima”.

È per evitare il ripetersi di casi come questo che si è scelto di intervenire con modifiche al codice civile, al codice penale, a quello di procedura penale e con altre disposizioni. Per tutelare nel modo più ampio ed efficace possibile quelli che sono stati definiti gli “orfani speciali” – la letteratura scientifica internazionale li chiama “special orphans” – di crimini domestici, costretti ad affrontare situazioni estremamente delicate e complesse dal punto di vista non solo psicologico, ma anche pratico e concreto. Approfondisci qui

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