Ieri una ragazza di 16 anni è stata accoltellata e bruciata viva da un suo coetaneo, poco più grande di lei. E’ una notizia agghiacciante che toglie il respiro. Muore una donna ogni tre giorni, e sempre per mano di un uomo vicino e conosciuto, che sia un marito, un fidanzato, un amante. Ogni morte è terribile. Ogni violenza è atroce. Una ferita sul corpo di tutte le donne. Questa notizia, lascia proprio senza fiato. Perché parla di due ragazzi. Adolescenti. Piccoli. Parla, nella sua plasticità ed insensatezza, del malessere profondo che si annida nel solco delle relazioni sentimentali in questo Paese. Ci interroga tutti e tutte sui modelli che in ogni ambito (dall’educazione dei figli per una madre ed un padre, alla scuola) abbiamo creato. Ci interroga, in ultima istanza, sul Paese che abbiamo. Sul Paese che stiamo lasciando in mano, con qualche ritrosia, ai nostri figli e alle nostre figlie.
La violenza contro le donne è un problema complesso, che esige risposte complesse. Bisogna agire su diversi ambiti con forza e sinergia. Creare una diversa cultura delle relazioni, a partire dalla scuola, dall’educazione alla sessualità e ai sentimenti, per me sarebbe il passo avanti più importante dal punto di vista culturale. Ma anche non chiudere gli occhi difronte alla violenza che si consuma nei luoghi di lavoro soprattutto al momento dell’assunzione. Per questo e’ stato un errore abolire la legge contro le dimissioni in bianco, che la Fornero ha riesumato indebolendola però fino a privarla di efficacia. Per questo abbiamo depositato all’inizio della legislatura la legge 188, che funzionava e va approvata così com’è.
Oggi e domani in aula discuteremo e ratificheremo la convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Sembra un atto formale, ma non lo è. E’ la prima presa di coscienza vera ed istituzionale da parte della classe politica di questo enorme problema. E’ la prima reazione di fronte ad un fenomeno che sta raggiungendo proporzioni sempre più allarmanti.
Vi invito a partecipare tutti e tutte a questa discussione e presa di coscienza pubblica, solo così potremmo uscire da questo incubo che si consuma sulla pelle delle donne.