Premessa
Nella settimana si è concluso l’iter della legge elettorale che ha tenuto banco nella discussione politica e parlamentare, e non solo per i suoi contenuti.
Il dibattito parlamentare ha fatto emergere sia le tensioni mai sopite dentro il partito democratico di natura congressuale che la solidità dell’accordo Renzi Berlusconi a cui il Partito democratico ha sacrificato con l’utilizzo sapiente del voto segreto molti impegni assunti pubblicamente: dalla democrazia paritaria all’inserimento del conflitto di interessi tra i criteri di incandidabilità e ineleggibilità.
Il risultato finale nella versione Camera è da un lato una legge paradossale e a rischio di incostituzionalità per più ragioni, prima tra tutte la definizione di un sistema elettorale maggioritario per l’elezione della Camera e proporzionale per il Senato, dall’altro – dal punto di vista politico – l’asse pesante tra Renzi e Berlusconi garante principale dl Governo.
Sulla democrazia paritaria poi si è consumato un ulteriore paradosso con molte facce: dall’impegno comune non scontato di parlamentari di tutti i gruppi politici, alle reazioni scomposte e pubbliche dei gruppi stessi nei loro confronti, alla misoginia alimentata dalla preoccupazione maschile di riduzione dei seggi parlamentari nella previsione della riforma del Senato. La retorica del “non conta il sesso ma le competenze”, lo stesso utilizzo della definizione “quote rosa” ha poi mostrato quanto nel discorso pubblico serva riaprire una grande discussione perché nulla è scontato.
Sulla introduzione delle preferenze la maggioranza ha rischiato di essere battuta e ha prevalso per 20 voti. Da ricordare che a quel voto hanno partecipato irritualmente tutti i componenti del Governo senza i quali sarebbe stata approvata la norma che cancella le liste bloccate e introduce la doppia preferenza di genere.
Nella settimana si sono discussi e approvati:
-legge elettorale
-decreto di rifinanziamento delle missioni militari
Legge Elettorale
Per spiegare nel dettaglio i contenuti dell’Italicum (rimandiamo anche alle 2 ultime Note settimanali) si fa prima a elencare quello che non c’è rispetto a quello che c’è:
-non c’è per gli elettori la possibilità di scegliere i propri parlamentari: sono presenti le liste bloccate, come nel Porcellum, con la differenza che sono più corte, fino a 6 candidati, come se questo cambiasse il principio
-non è presente la parità di genere, avendo la maggioranza bocciato tutti gli emendamenti che un gruppo trasversale di donne, con l’appoggio di molti uomini, ha portato avanti. Per il meccanismo della legge questo determinerà la riduzione dell’attuale numero di donne parlamentari
-non c’è il conflitto di interessi, nonostante avessimo presentato degli emendamenti per introdurlo, che la maggioranza ha bocciato dicendo che erano fuori contesto, come se non fossero vent’anni che l’Italia aspetta un passo avanti in questa direzione
-non c’è il voto per gli studenti Erasmus e per i residenti fuorisede,
-non ci sono le primarie (e non basta dire le faremo, dovevano essere uno strumento di selezione delle liste, con preferenze e primarie).
Sono presenti però:
– delle soglie di sbarramento per i partiti non in coalizione altissime, dell’8%, presenti soltanto in Russia (7%) e in Turchia (10%), che escludono milioni di cittadini dalla rappresentanza parlamentare e quindi aumenteranno la distanza fra politica e persone; e per i partiti in coalizione si prevede, se non si arriva al 4,5%, che quel partito contribuisca all’elezione dei rappresentanti della coalizione e al premio di maggioranza (al 37%) ma che non elegga propri rappresentanti.
-il paradosso anticostituzionale di un sistema di elezione diverso e opposto tra Camera e Senato
Durante il dibattito alla Camera abbiamo deciso di mostrare all’aula la Costituzione italiana, perché siamo profondamente convinti che per l’ennesima volta si sia partorita una legge che non rispetta i principi della nostra Carta: dall’articolo 3 sull’uguaglianza, all’art. 48 sul voto libero, diretto e uguale, ad esempio.
La dichiarazione di voto è stata fatta da Gennaro Migliore. A questo link un mio articolo uscito sull’Huffigton post sulla battaglia che abbiamo condotto sulla parità di genere
Decreto missioni
Il governo ha posto la fiducia sul decreto trimestrale di rifinanziamento delle missioni militari. Il nostro giudizio così come nelle occasioni precedenti (vedi la Nota di dicembre 2013) è stato profondamente negativo non solo sul merito del provvedimento ma anche per la modalità con cui è stata condotta la discussione: taglio degli interventi, sciatteria nella conduzione da parte del governo. Una sciatteria particolarmente stridente per la delicatezza dei contenuti del decreto che riguarda la politica estera,della difesa e della sicurezza.
Sui contenuti poi basti dire che dei 619 milioni che complessivamente girano intorno al decreto solo 34 sono destinati alla cooperazione internazionale; il resto delle risorse finanzia missioni “combact” nei teatri di guerra. E’ evidente dunque come alle tante parole spese dal governo sull’investimento dell’Italia sulla cooperazione e lo sviluppo non corrispondano azioni concrete: anche per questo abbiamo ancora una volta chiesto di incardinare e approvare in tempi brevi la legge sulla cooperazione internazionale e una legge quadro sulle missioni con criteri per la definizione della natura delle singole missioni e l’identificazione del modo migliore per agire in supporto alle popolazioni coerente con l’art.11 della Costituzione italiana. Nulla poi nel decreto c’è sul disarmo, ne’ sul ruolo che l’Italia può avere come promotore di pace. Per l’ennesima volta abbiamo chiesto di bloccare il programma F-35, senza riscontri positivi. In discussione generale sono intervenuti Giulio Marcon, Michele Piras e Arturo Scotto. La dichiarazione di voto sulla fiducia è stata fatta da Arturo Scotto. La dichiarazione di voto finale è stata fatta da Donatella Duranti.
Question Time
Il question time questa settimana è stato fatto da Ferdinando Aiello su “Iniziative urgenti per l’attivazione di un tavolo tecnico volto a risolvere l’emergenza rifiuti in Calabri”