Premessa
Nella settimana dal 23 al 27 Febbraio alla Camera è stata approvata, dopo quasi 30 anni e alla vigilia della procedura di infrazione europea, la legge sulla responsabilità civile dei giudici e, dopo una discussione generale sulla politica estera italiana, una mozione importante sul riconoscimento dello Stato della Palestina in linea con quanto già fatto dal Parlamento europeo.
Si tratta di 2 scelte impegnative del Parlamento favorite dall’Europa che oggi è realmente il nostro perimetro. E in questo perimetro all’inizio della settimana si è trovato l’accordo per il prolungamento di 4 mesi del prestito per la Grecia, ora all’approvazione dei parlamenti dei paesi debitori. Tra di essi il parlamento tedesco ha già deliberato in senso positivo.
L’enunciazione dei fatti non rende a sufficienza l’importanza della scelta: nel braccio di ferro tra i fan dell’austerità europea e i suoi detrattori – e nonostante la sostanziale sospensione di una sorta di spada di Damocle sulla Grecia – la bilancia pende verso i secondi. Tsipras ha tenuto a far sapere di aver telefonato a Matteo Renzi per ringraziarlo del ruolo avuto a sostegno dell’accordo. Si tratta certo di una battaglia e non della fine della guerra per usare un linguaggio figurato, ma ci fa ben sperare. Perché la politica – e in questo caso l’esito delle elezioni greche – è diventato decisivo per le valutazioni europee sul rispetto o il cambiamento del piano di rientro dal debito della Grecia. Questa la motivazione proposta da Tsipras per rinegoziare le condizioni, questa la motivazione accettata: è la fine di un ciclo di interpretazioni ragionieristiche dell’Europa. La premessa per ricostruirne l’ambizione.
Proposta di legge S. 1070: Disciplina della responsabilità civile dei magistrati (Approvata dal Senato) (A.C. 2738) ed abbinate proposte di legge (A.C. 990-1735-1850-2140)
La legge, approvata con urgenza anche per via delle sanzioni incombenti da parte dell’Unione Europea di oltre 50 milioni di euro, modifica la responsabilità civile dei magistrati in caso di dolo e colpa grave già presente nella legge Vassalli del 1988. Il risarcimento rimane sempre a carico dello stato, quindi il cittadino non può fare causa direttamente al magistrato ma allo Stato. La riforma introduce la novità per cui la rivalsa nei confronti del magistrato scatta quando, a causa di una negligenza inescusabile da parte del magistrato, si sia verificato un travisamento del fatto o delle prove. A decidere in caso di ricorso sarà comunque un magistrato in sede civile. Se le gravi colpe, il travisamento macroscopico, viene accertato, il cittadino verrà risarcito dallo Stato e potrà rivalersi su chi ha commesso questi gravi errori. In questo caso infatti lo stato ha l’obbligo di rivalersi sul magistrato che ha sbagliato e che rischia una decurtazione dello stipendio e procedimenti disciplinari.
Comunicazioni del Governo in materia di politica estera
Il Ministro Gentiloni ha riferito in aula sull’impegno Italiano in politica estera tracciando un panorama ampio dei problemi aperti e delle strategia adottate dall’Italia e dall’Europa. In primo luogo è stata ribadita l’importanza dei pilastri storici che caratterizzano il nostro l’impegno: europeismo, atlantismo, apertura agli scambi, impegno nelle missioni di pace e per i diritti umani. Pilastri rafforzati dall’investimento nella cooperazione internazionale e nella costante richiesta di un impegno più incisivo dell’Europa. In particolare l’Italia gioca un ruolo importante in quanto centro del mediterraneo nella risoluzione dei conflitti in Africa e in Asia, e su questo la decisione dell’Unione europea, in seguito alle sollecitazioni dell’Italia, di investire un piccolo contributo di emergenza su Triton è un passo importante anche se non sufficiente. L’Italia è impegnata anche, sul piano civile, culturale, della comunicazione nella sfida terribile lanciata alle democrazie occidentali dal nuovo terrorismo fondamentalista, che sequestra una religione, l’Islam, e che attacca profondamente i principi del nostro vivere comune. Su queste e le tante altre situazioni complicate di politica estera l’Italia ha ribadito il suo costante impegno.
Approvazione delle mozioni: Iniziative per il riconoscimento dello Stato di Palestina
Le mozioni approvate invitano il governo ad impegnarsi per la risoluzione del conflitto Israelo-palestinese. In particolare a continuare a sostenere in ogni sede l’obiettivo della costituzione di uno Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, sulla base del reciproco riconoscimento e con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo; a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele; a ricercare, a tal fine, un’azione coordinata a livello internazionale, e in particolare in seno all’Unione europea ed alle Nazioni Unite, in vista di una soluzione globale e durevole del processo di pace in Medio Oriente fondata sulla esistenza di due Stati, palestinese ed israeliano; ad attivarsi per sostenere e promuovere il rilancio del processo di pace tramite negoziati diretti fra le parti.