Nota sui lavori parlamentari settimana dal 30 Giugno al 3 Luglio

By July 4, 2015 Lavoro parlamentare

Premessa

Nella settimana la Camera ha votato il decreto sulla perequazione delle pensioni successivo alla sentenza della Corte Costituzionale che aveva giudicato illegittima la decisione del governo Monti di bloccare l’adeguamento delle pensioni superiori a tre volte il minimo e la legge di delegazione europea, sintetizzate entrambe successivamente. Ma sicuramente l’attenzione politica è stata tutta concentrata sulla decisione del governo greco di chiamare il paese il 6 luglio a referendum.

Sull’argomento sono possibili diverse considerazioni su più piani:

– la prima riguarda il provincialismo del dibattito politico italiano che per l’ennesima volta utilizza le discussioni di ambito europeo e internazionale per la polemica politica interna. E così forze molto diverse tra loro hanno speso molte parole per paragonare la leadership Tsipras e quella di Renzi, la democrazia greca e quella italiana.

-la seconda riguarda la capacità dell’Europa di tenere fede al proprio profilo politico: se l’Europa non riuscisse a risolvere la crisi greca e d’altro lato non riuscisse a governare le tragedie migratorie di questi ultimi tempi mostrerebbe la sua inutilità.

– le ragioni per cui si è arrivati ad un punto così drammatico nel rapporto tra Grecia e Europa sono molteplici. Ma riuscire a risolvere quella crisi è più importante della ricerca delle responsabilità che fin qui hanno portato.

Per questa ragione è utile interpretare la scelta del referendum greco, che si è materializzata a sorpresa sul tavolo del confronto aperto, come una scelta per pesare a quel tavolo e non come una scelta di rottura definitiva.

– il rischio maggiore oggi è che si consolidi, spinta da opinioni opposte, il giudizio di nocività dell’ambito europeo e insieme ad esso il sentimento di rivalsa nazionale: nella polveriera internazionale l’idea di indebolire la dimensione europea sarebbe un grande errore politico e una grande responsabilità

– il governo italiano dovrà per questo continuate a lavorare così da favorire l’accordo. Da questo punto di vista i deliri che si sono ascoltati in aula dopo l’intervento del ministro Padoan sulla situazione europea e sugli effetti di un eventuale Grexit sono troppo vicini a tristi comizi elettorali per essere di qualche utilità. Come l’intervento di Brunetta che lo spirito polemico ha portato a dire parole più consone alla appartenenza alla famiglia europea del Gue piuttosto che al Ppe.

– ci sarebbero poi altre annotazioni di merito sulla crisi del rapporto Grecia/ Europa legate alla Austerity europea ma anche alla falsificazioni dei bilanci compiuti dalla classe dirigente greca per entrare in Europa, alla frettolosità della politica di allargamento condotta in questi anni dall’Europa e poi anche alla latitanza dell’attuale classe dirigente greca che mostra poca severità nei confronti di problemi enormi del loro paese come l’economia sommersa e le spese militari. E ancora sul rapporto tra l’impegno fin qui profuso dai paesi europei per la soluzione della crisi e la leadership tedesca della trattativa. Ma la priorità oggi è arrivare ad un accordo: in discussione c’è l’intera prospettiva europea.

Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 65 del 2015: Disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR (A.C. 3134-A)

Il decreto-legge n. 65 nasce dall’esigenza di definire un meccanismo di adeguamento delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo per gli anni 2012 e 2013, dopo la sentenza della Consulta n.70 che ha dichiarato incostituzionale la norma prevista dalla “legge Fornero” del 2011 (comma 25 dell’articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, il cosiddetto “Salva Italia”). La norma del 2011 escludeva, per quei due anni, da ogni adeguamento i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo. Va ricordato che inizialmente il “Salva Italia” prevedeva che fosse bloccata l’indicizzazione per le pensioni oltre due volte il minimo; l’azione parlamentare del Pd, anche in seguito all’iniziativa delle organizzazioni dei pensionati, produsse il risultato di proteggere dall’inflazione almeno le pensioni sotto i circa 1400 euro lordi . E tuttavia, il blocco per due anni di pensioni di valore non particolarmente elevato, senza successivo recupero, è stato considerato dalla Corte non rispettoso dei principi costituzionali. Da qui l’esigenza di dare a quelle pensioni, ora per allora, un sistema di recupero della perdita di potere d’acquisto; rimangono in vigore le norme che sono state previste dalla legge di stabilità 2014, per il triennio 2014-2016, i cui effetti sulle pensioni si sommano a quanto definito nel decreto 65. L’applicazione della sentenza predisposta dal decreto 6 è avvenuta in modo parziale per una cifra pari a 2 miliardi di euro. Il costo dell’applicazione totale sarebbe stata pari a17,6 miliardi di euro al netto degli effetti fiscali per il 2015, comprendendo il 2015 e gli arretrati, e 4,4 miliardi di euro nel 2016 e poi negli anni seguenti con un effetti sui conti pubblici insostenibile . In questo caso gli effetti sulla finanza pubblica sarebbero stati molto pesanti e carichi di conseguenze nel rapporto con ‘UE : l’indebitamento netto tendenziale  sarebbe passato dal 2,5 per cento  al 3,6 per cento nel 2015, superando quindi nettamente il 3 per cento. La scelta del governo ha dunque tenuto insieme le esigenze della finanza pubblica e principi di adeguatezza, gradualità e proporzionalità enunciati dalla stessa Corte nelle motivazioni della sentenza nella quale indica come obiettivo irrinunciabile quello della tutela delle pensioni “modeste”‘.

Nel decreto sono state inserite anche altre questioni urgenti, in particolare il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e dei contratti di solidarietà, e la correzione del coefficiente di rivalutazione del montante contributivo per le pensioni calcolate con il sistema contributivo; viene anche rivista la disciplina degli adempimenti e delle garanzie connessi all’erogazione anticipata del trattamento di fine rapporto prevista dalla legge di stabilità per il 2015 e viene disposto che siano pagate il primo giorno del mese tutte le prestazioni previdenziali e assistenziali erogate dall’INPS.

Disegno di legge: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 3123)

Il disegno di legge adempie agli obblighi della disciplina sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, prevedendo che ogni anno si approvino una legge di delegazione europea e una legge europea. Quest’ultimo provvedimento è stato recentemente licenziato dalla Camera in prima lettura ed ora è all’esame del Senato. Le disposizioni presenti nel provvedimento di natura eterogenea tra loro si rendono necessarie per adeguare l’ordinamento giuridico italiano a quello europeo. La pluralità dei contenuti presenti nel provvedimento deriva dalla natura eterogenea della legge di delegazione europea, che prevede il recepimento di ben quaranta direttive, dalla più datata del 2010, relativa alle norme sulla qualità e la sicurezza degli organi umani destinati ai trapianti, sino alla più recente direttiva del 2014, che modifica il regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati membri diversi.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2013 (Doc. LXXXVII, n. 2) e Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2014 (Doc. LXXXVII, n. 3)

La Relazione consuntiva annuale dovrebbe fornire alle Camere gli elementi utili a valutare i principali sviluppi del processo di integrazione europea e delle politiche e delle normative dell’Unione europea nell’anno di riferimento nonché l’efficacia dell’azione del Governo nelle sedi decisionali europee e la sua coerenza con gli indirizzi definiti dal Parlamento. La relazione consuntiva per il 2014 consente di operare una verifica puntuale dei risultati conseguiti nel corso del semestre italiano di presidenza che sono largamente positivi, malgrado le obiettive difficoltà determinate dalle scadenze istituzionali succedutesi a livello europeo nel corso del 2014. L’Italia ha, infatti, promosso un cambio di marcia da parte dell’Unione avviandone un nuovo ciclo politico, oltre che istituzionale, orientato su alcune grandi priorità, in precedenza trascurate, a partire dalla crescita e dall’occupazione. Di questo approccio sono traduzione concreta la presentazione del piano Juncker con la connessa proposta di regolamento istitutivo del Fondo europeo per gli investimenti strategici e la comunicazione della Commissione europea sulla flessibilità nell’applicazione del Patto di stabilità e crescita, nonché l’impegno sistematico del Governo in tutte le formazioni del Consiglio per reindirizzare l’azione europea verso la crescita dell’economia reale. La nostra presidenza ha ottenuto, poi, significativi progressi anche nella costruzione di una politica comune per la gestione dei flussi migratori, mediante l’adozione di alcune misure che hanno preparato il campo alle più recenti e incisive decisioni. Ricordiamo il lancio dell’operazione Triton, le conferenze coi partner del processo di Rabat e di Khartoum, volte a coinvolgere responsabilmente sui temi migratori gli Stati dell’Africa occidentale, centrale, mediterranea e del Corno d’Africa.

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